Parole di Ciro morente ai figliuoli - Versione greco tradotta di Senofonte
<<Τό έμόν σώμα, ώ παίδες, όταν τελευτήσω, μήτε έν χρυσώ Θήτε έν……
Traduzione
“ Riguardo al mio corpo, o figliuoli, quando sarò morto, non riponetelo ne in oro ne in argento ne in alcun’altra materia, ma rendetelo al più presto alla terra. Che cosa infatti vi ha di più desiderabile che congiungersi con la terra, la quale produce e nutre tutte le cose belle e tutte le cose buone? Io poi in passato mi dimostrai amante degli uomini e ora credo di provare piacere nel partecipare con chi benefica il prossimo. Ma ecco che ormai, disse, mi pare che l’anima venga meno di la d’onde, a quanto sembra, essa prende a venir meno a tutti. Se dunque qualcuno di voi o desidera toccar la mia destra o vuole ancor guardare il mio volto mentre sono vivo, si accosti: quando poi mi sarò avvolto, vi prego, o figliuoli, che nessuno più fra gli uomini guardi il mio corpo e nemmeno lo guardiate voi stessi. Però invitate alla mia tomba tutti i Persiani e gli alleati a rallegrarsi meno perché ormai sarò al sicuro, così che non soffrirò più nulla di male, sia che mi trovi con la divinità, sia che venga ridotto al nulla; quanti poi verranno, rimandateli dopo aver fatto loro tutti quei doni che si vogliono fare trattandosi d’un uomo felice. E ricordatevi, disse, di quest’ultima cosa, che voi beneficando gli amici diverrete capaci anche di punire i nemici. Addio, cari figliuoli, e dite pure addio alla madre da parte mia; e voi tutti, amici presenti e assenti, addio “. Detto ciò e stretta la destra a tutti, si avvolse il capo e così spirò.