Senofonte nel podere di Scillunte costruì un altare e un tempio con il denaro votivo e da allora sempre levando la decima dai prodotti del terreno faceva sacrifici alla dea, e tutti i cittadini e i confinanti, uomini e donne, prendevano parte alla festa. E per la cerimonia solevano fare una caccia i figli di Senofonte e quelli degli altri cittadini, e partecipavano alla caccia anche gli uomini adulti che volevano; e si catturavano, in parte nello stesso luogo sacro, in parte anche sul monte Foloe, cinghiali, gazzelle e cervi. Questa località è sulla strada per la quale da Sparta si va ad Olimpia, a circa venti stadi dal tempio di Zeus Olimpico. Vi sono in quel luogo sacro un prato e monti ricoperti di alberi, atti a nutrire cinghiali e capre e buoi e cavalli, cosicchè possono godersela anche gli animali di coloro che vengono alla festa. Intorno allo stesso tempio è stato piantato un bosco ad alberi di tutte le specie di frutti buoni da mangiare. E il tempio rassomiglia in piccolo al grande tempio di Efeso e la statua in legno di cipresso rassomiglia a quella aurea che si trova in Efeso. E presso il tempio s’innalza una colonna con questa iscrizione: “ Il luogo è scaro ad Artemide “. Colui che lo possiede e ne raccoglie i frutti ne offra ogni anno la decima parte. Con ciò che sopravvanza tenga in buon ordine il tempio. E se qualcuno non farà queste cose, ci penserà la dea “.