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Pensiero di Socrate sull’apprendimento delle discipline


Versione di greco tradotta di Senofonte


Traduzione


Che Socrate si curasse che quanti lo praticavano fossero di per sé sufficienti  nelle azioni a loro convenienti, questo io ti dirò. Infatti fra tutte le sue premure che io so, a lui stava specialmente a cuore  conoscere di qual disciplina fosse intenditore  ciascuno di coloro che lo frequentavano: e fra le cose che a un uomo dabbene si addice conoscere, ciò che sapeva egli stesso lo insegnava con zelo superiore a tutti gli altri; invece per ciò di cui egli stesso fosse  alquanto inesperto li conduceva dagli intenditori. E insegnava pure fino a qual punto l’uomo rettamente educato dovesse essere esperto di ciascuna disciplina. Per esempio diceva esser necessario imparar la geometria fino al punto che qualcuno diventasse capace, se mai occorresse, di ricevere con giusta misura un pezzo di terra o di darlo o di distribuirlo o di tracciarvi sopra qualche opera. E diceva esser così facile imparar questo che chi rivolge l’attenzione all’agrimensura può a un tempo sapere quanto è grande quella terra e andarsene via sapendo in qual modo essa si misura. Ma l’imparar la geometria sino alle figure difficili a capirsi egli lo disapprovava. Diceva infatti di non vedere di qual giovamento fossero tali cose; eppure egli stesso non ne era inesperto. E’ diceva che tali nozioni sono sufficienti a consumar la vita di un uomo e a distoglierlo da molte altre discipline utili.

 





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