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Senofonte decide di unirsi alla spedizione di Ciro il giovane


Versione di greco tradotta di Senofonte

 


Ἦν δέ τις ἐν τῇ στρατιᾷ Ξενοφῶν Ἀθηναῖος, ὃς οὔτε στρατηγὸς οὔτε λοχαγὸς οὔτε στρατιώτης ὢν συνηκολούθει, ἀλλὰ Πρόξενος αὐτὸν μετεπέμψατο οἴκοθεν ξένος ὢν ἀρχαῖος· ὑπισχνεῖτο δὲ αὐτῷ, εἰ ἔλθοι, φίλον αὐτὸν Κύρῳ ποιήσειν, ὃν αὐτὸς ἔφη κρείττω ἑαυτῷ νομίζειν τῆς πατρίδος. Ὁ μέντοι Ξενοφῶν ἀναγνοὺς τὴν ἐπιστολὴν ἀνακοινοῦται Σωκράτει τῷ Ἀθηναίῳ περὶ τῆς πορείας. Καὶ ὁ Σωκράτης ὑποπτεύσας μή τι πρὸς τῆς πόλεως ὑπαίτιον εἴη Κύρῳ φίλον γενέσθαι, ὅτι ἐδόκει ὁ Κῦρος προθύμως τοῖς Λακεδαιμονίοις ἐπὶ τὰς Ἀθήνας συμπολεμῆσαι, συμβουλεύει τῷ Ξενοφῶντι ἐλθόντα εἰς Δελφοὺς ἀνακοινῶσαι τῷ θεῷ περὶ τῆς πορείας. Ἐλθὼν δ' ὁ Ξενοφῶν ἐπήρετο τὸν Ἀπόλλω τίνι ἂν θεῶν θύων καὶ εὐχόμενος κάλλιστα καὶ ἄριστα ἔλθοι τὴν ὁδὸν ἣν ἐπινοεῖ καὶ καλῶς πράξας σωθείη. Καὶ ἀνεῖλεν αὐτῷ ὁ Ἀπόλλων θεοῖς οἷς ἔδει θύειν. Ἐπεὶ δὲ πάλιν ἦλθε, λέγει τὴν μαντείαν τῷ Σωκράτει. Ὁ δ' ἀκούσας ᾐτιᾶτο αὐτὸν ὅτι οὐ τοῦτο πρῶτον ἠρώτα πότερον λῷον εἴη αὐτῷ πορεύεσθαι ἢ μένειν, ἀλλ' αὐτὸς κρίνας ἰτέον εἶναι τοῦτ' ἐπυνθάνετο ὅπως ἂν κάλλιστα πορευθείη. Ἐπεὶ μέντοι οὕτως ἤρου, 'ταῦτ'', ἔφη, 'χρὴ ποιεῖν ὅσα ὁ θεὸς ἐκέλευσεν'.
 
Traduzione

Vi era, nell'esercito, un certo Senofonte, ateniese, il quale non era al seguito dell'armata nè in qualità di stratega, nè di locago, nè di soldato semplice, l'aveva bensì mandato a chiamare sin dalla patria Prosseno, essendo colui un vecchio amico; gli aveva garantito (lett: aoristo) che, se si fosse presentato, si sarebbe reso amico di Ciro, che egli medesimo aveva dichiarato stimare per sè superiore alla patria. Senofonte, dal canto proprio, giunto a conoscenza del messaggio, si consultò (lett: presente) con l'ateniese Socrate intorno alla spedizione. E costui, congetturando (lett: aoristo) che divenire amico di Ciro non fosse per nulla responsabile nei confronti della città, giacchè questi pareva combattere con ardimento insieme agli Spartani contro gli Ateniesi, consigliò a Senofonte di consultarsi con il dio riguardo alla spedizione, una volta partito per Delfi. Dunque Senofonte, giunto colà, domandò ad Apollo a chi, tra gli dei, a mezzo di sacrifici e preghiere eccezionali, poteva rivolgersi, dopo un retto comportamento, per percorrere la via nel modo migliore possibile. E Apollo gli indicò a quali dei era necessario sacrificare. Allorchè ebbe fatto ritorno, egli rivelò (lett: presente) a Socrate il responso. Costui, udito che l'ebbe, lo rimbrottò, giacchè non aveva domandato (lett: aoristo) per prima cosa questo, cioè cosa fosse preferibile, se partire o rimanere, ma, poichè, essendo convinto del fatto che era necessario predenre parte alla spedizione, si era informato (lett: aoristo) soltanto di qual era il miglior modo per farlo. Giacchè così aveva egli ugualmente decretato, dichiarò:  bisogna fare, quel che il dio ha ordinato.
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