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Analisi del racconto "El Blaneario", racconto del 1953 di Carmen Martin Gaite


Con "El Balneario", racconto scritto nel 1953, inizia la fortuna letteraria di Gaite, che nel 1954 ricevette il "Premio Cafè Gijón del relato breve". Il Balneario era il luogo in cui la scrittrice, trascorreva le estati con il padre. Questo luogo era frequentato da persone educate  che rivolgevano saluti e sorrisi,  ed era circondato da un'atmosfera di totale tranquillità e sicurezza.

Gaite giunse a pensare, che questo contesto, così equilibrato ed armonioso, nascondesse in realtà una minaccia. Da bambina la scrittrice, vive questo mondo in termini angoscianti, tanto da non capire, se  quella fosse la realtà. Il racconto tratta di una signorina nubile di 35 anni, che non aveva mai vissuto forti emozioni, ma che li desiderava. Questa zitellona, conduceva una vita rutinaria, ed attraverso il sogno si rendeva conto, di desideri non percepiti nella vita sociale.

Il lettore legge il racconto, senza sapere che si tratta di un sogno. La prima parte comprende 11 frammenti tragici-fantastici ed il punto di vista è soggettivo, mentre la seconda parte, comprende 4 frammenti ironici-burleschi in cui il punto di vista è oggettivo. Sin da subito il lettore, si ritrova immerso in un mondo inquietante, incongruente, assurdo e misterioso. Gaite affermò di non aver continuato la seconda parte del racconto sulla base fantastica, per giustificare la fantasia sulla base della verosimiglianza. Tutti gli eventi assurdi, presenti nel racconto trovano una giustificazione sulla base che si è trattato di un sogno.

Nella prima parte si ha la tecnica della macchina da presa collocata in posizioni diverse, mentre nella seconda il punto di vista, é fisso nella stanza. Ciò che viene raccontato è il viaggio di una coppia di sposi verso un luogo termale. Per tutta la prima parte i personaggi non hanno un nome, solo nella seconda parte, sappiamo che la donna si chiama Matilde. Tra i due, si stabilisce una relazione ambigua, lei prova paura nei confronti di quest’uomo che neppure guarda. Giunti al Balneario gli viene assegnata una stanza, ma Carlos decide, di fare una passeggiata lasciando da sola Matilde nella stanza. La donna osserva dalla finestra, gli ospiti presenti nel Balneario che gli appaiono minacciosi. L'immobilità del luogo, l'ordine delle cose, la lentezza, il silenzio e la simmetria con cui sono disposti gli oggetti sfociano in staticità, configurando l'ambiente, in una sorta di paralisi esterna delle persone. La staticità giunge al punto che persino le cortine non si muovono, e l'immobilità del Balneario, si carica di negatività contaminando anche, le persone (estremamente lente) che la protagonista incontra.

Nel racconto il rallentamento è esasperato. L'ordine del Balneario, invece di essere tranquillizzante, è inquietante. Al contrario il caos della stanza, nel momento in cui Matilde svuota le valigie, assume una funzione rassicurante. La donna é assalita da continue fobie, pensa che Carlos stia fuggendo da persecutori, per aver commesso un crimine. Decide perciò, di uscire dalla stanza per aiutarlo, ma il Balneario assume le dimensioni di un labirinto in cui i corridoi si intersecano creando confusione e disordine. La donna intraprende perciò, una sorta di guerra con l’esterno, cercando di scorgere e nascondersi da eventuali presenze nemiche. Nel suo peregrinare incontra il "Botones" (che nella seconda parte si scopre essere Santi), che gli comunica, di non preoccuparsi poiché il marito tarderà; ma Matilde ha il presagio di un cataclisma. Giunge ad una fonte sente voci, rumori, e bambini che la guardano e scappano. L'ambiente si trasforma, in luogo di guerra e di spie, che la osservano e fuggono. La natura del parco  si presenta come minacciosa. Giunta vicino ad un mulino, la donna ha la sensazione che Carlos, stesse affogando e la stesse chiamando per essere  soccorso. Carlos giunge verso di lei trasportato con rulli di tamburi. I tamburi che sente sono il bussare di Santi (el Botón) un ragazzino di 14 anni, che crede che nella stanza, vi sia un malfattore che stesse violentando la donna per rapinarla. Il ragazzino irrompe nella stanza e vede Matilde che si dibatte sotto le lenzuola. La donna crede sia Carlos e lo bacia, si sveglia ed attribuisce il tutto ad una porzione di baccalà.

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