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Il suicidio di Arria - Tantucci Laboratorio 1 Pagina 257 Numero 35  


Versione di latino tradotta di Plinio il Giovane

 


Traduzione


A te che leggi le mie parole saranno tanto straordinarie, quanto lo furono per me che le ascolto. Arria, nobile donna, fu per il marito sia conforto di morte sia un esempio. Suo marito, Cecina Peto, era malato, anche il figlio era malato, ambedue mortalmente. Alla fine, il loro figlio, di eccellente bellezza, e di altrettanta modestia e molto amato dai genitori morì. Quella preparò il funerale per il figlio e condusse le esequie ma non avvertì il marito della sua morte. Anzi tutte le volte che entrava nella sua stanza, al marito che domandava del figlio, rispondeva: “ Ha dormito bene e ha mangiato con piacere il cibo. Però quando le lacrime a lungo trattenute vincevano e sgorgavano, di nascosto si lasciava andare al dolore; dopo, acquietata, con gli occhi asciutti tornava dal marito. Così per amore del marito celava le lacrime. Dopo, poiché il marito per la malattia era indebolito dal grande dolore, Arria prese la spada, e infilzò il suo petto; poi estrasse la spada, la diede al marito e con animo eroico, disse: “  Peto, non fa male”!. E cadde ai suoi piedi esanime.

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