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Dafne si trasforma in lauro - Tantucci Laboratorio 1 Pagina 241 Numero 38


Versione latino di Ovidio

 


Traduzione


Dafne figli del fiume Peneo era una ninfa dolce ed graziosa. Il dio Apollo si innamorò di lei; lei però lo disprezzava e velocemente fuggiva con tutte le sue forze per le foreste e le selve ombrose. Apollo, acceso di desiderio, si volgeva a lei con parole dolci: “ bella ninfa fermati! Interrompi la fuga! Non sono un abitante dei monti, non sono un semplice pastore: come padre ho Giove, ed amo solo te”! Tuttavia, Dafne, fuggiva nuovamente, e non dava ascolto ai suoi elogi; anzi, in verità, piangendo implorava suo padre Peneo così: “ Padre, ti imploro, aiutami”!. Se voi fiumi avete il potere, trasformami,  distruggi quest’aspetto, per il quale sono piaciuta esageratamente! All'istante, un poderoso torpore invade il suo corpo, il morbido petto si veste di una sottile corteccia, i capelli crescono in fronde e le braccia in rami. Il piede, poco prima molto veloce, rimane immobile, a causa di radici inerti e Dafne si trasforma in un rigoglioso e robusto alloro. Anche con queste sembianze Apollo la ama e, per suo volere, da quel momento l’alloro è la pianta sacra ad Apollo, premio solenne per i poeti.

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