Traduzione
Enea dopo le esequie del padre Anchise dalla Sicilia attraverso il mare agitato arriva con una piccola flotta a Cuma e con la Sibilla sacerdotessa di Apollo scende nell’oltretomba. Avanzavano nell’oscurità attraverso luoghi silenziosi verso il regno di Dite. Il tragitto era come nei boschi di notte durante i momenti di luna incompiuta, quando Giove copre il cielo con l’oscurità. Davanti alla porta d’ingresso, all’imboccatura dell’Orco, si trovavano Lutto e le cupe Cure; lì risiedono la Malattia, la Vecchiaia e la Povertà con altri mostri. Quindi Enea con la Sibilla come compagna si avvia verso il fiume Acheronte: custodisce il fiume Caronte, un terribile traghettatore, un vecchio dagli occhi infiammati e dai capelli bianchi, il quale dalle anime pretende una tassa e con una barca arrugginita guida i corpi verso gli Inferi. Sulle rive del fiume si assiepa una grande folla di anime, come gli uccelli quando il freddo inverno li spinge oltre il mare: madri e uomini, fanciulle e giovani guidati ad una morte precoce davanti alla faccia triste dei genitori. Enea oltrepassa il fiume e arriva dove la strada si divide in due parti.