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L’Iliade: struttura e vicenda

Breve riassunto dell’Iliade, poema omerico, che narra la storia della conquista di Troia da parte dei Greci.

L’Iliade è il poema di Ilio, ossia Troia, la città situata nella zona nord-occidentale dell’Asia Minore, che venne a guerra con i Greci. Motivo della guerra era stato il ratto di Elena, la più bella delle donne, moglie di Menelao re di Sparta, dal parte del principe troiano Paride, figlio del re Priamo. A vendicare l’offesa e riconquistare la donna era mossa contro Troia una spedizione confederata, condotta dal re di Micene Agamennone, fratello di Menelao.


Dopo un assedio durato dieci anni, in cui erano morti il più valente guerriero troiano, Ettore, e lo stesso Achille, Troia venne conquistata e rasa al suolo, e i suoi abitanti furono tradotti in schiavitù.


Ma di tutta questa storia l’Iliade isola un solo episodio, che ha luogo all’inizio del decimo anno. Il periodo raccontato nel poema dura circa cinquanta giorni. Tuttavia nella narrazione è evidente che il poema presuppone da parte del pubblico la completa conoscenza della saga e ciò esclude ogni effetto di sorpresa.


Il motivo conduttore dell’Iliade è esposto nel proemio: è l’ira di Achille contro Agamennone, reo di avergli sottratto la prigioniera Briseide. Egli decide allora di astenersi dal combattimento, e chiede alla madre Teti di impetrare da Zeus che dia la vittoria ai Troiani finché Agamennone e l’esercito greco non si pentiranno dell’oltraggio. Così accade: gli assedianti attaccano battaglia ma subiscono dure sconfitte. Il disastro dell’esercito greco si fa sempre più grave. Impietosito per la sorte dei suoi commilitoni, Patroclo, l’amico di Achille, lo implora di concedergli la sua armatura. Achille acconsente ma Patroclo si lascia trascinare dalla sua generosa fierezza nel combattimento e viene ucciso da Ettore. Achille preso dal rimorso scende in battaglia e uccide Ettore e fa scempio del suo cadavere, accettando di restituirlo solo quando Priamo si presenta supplice alla sua tenda. Con il compianto dei familiari sul morto eroe e con gli onori resi dai Troiani alle sue spoglie termina il poema.

Nell’ultimo verso, si esprime la seconda linea portante del poema. Nel suo destino si riassume la vicenda di Troia, la sua morte significa la caduta della città. Il doppio presagio della morte e del disastro di Troia è la ragione poetica della figura di Ettore, nel cui ruolo l’unica tensione dinamica è costituita dall’uccisione di Patroclo. Ettore combatte valorosamente, ed è l’autore principale del successo dei Troiani: ma l’aura di un presentimento fatale corre lungo tutte le sue gesta, e imprime un pathos all’unico momento in cui egli si spoglia della dimensione del guerriero, allorché s’incontra con la moglie Andromaca e con il figlio Astianatte.

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