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Aristotele: Vita e pensiero

Filosofo greco e figlio di un medico della casa regnante macedone, fu educato ad Atene nella scuola di Platone, nella quale entrò nel 367. Presso la scuola platonica rimase fino alla morte del maestro (347); in quell’anno lasciò Atene. Dal 345 al 347 Aristotele ed altri platonici soggiornarono presso Ermia. Nel 345 egli passò a Mitelene e poi a Stagira. Nel 343-342 ebbe l’incarico di sovrintendente all’educazione di Alessandro, figlio di Filippo re di Macedonia. Nel 335 ritornò ad Atene e riprese ad insegnare nel liceo, gettando le basi per quella che sarà la scuola Aristotelica.


Nel 336 Alessandro era diventato re dei Macedoni ed uno dei suoi primi atti politici fu quello di reprimere la rivolta contro i Macedoni scoppiata in Grecia alla morte di Filippo. Nel 323 la morte di Alessandro provocò ad Atene la ripresa della lotta antimacedone: Aristotele lasciò quindi la città e si ritirò a Calcide dove morì nel 322 a. c.
Le opere di Aristotele che ci sono pervenute risalgono alla sistemazione data da Andronico nel I secolo a.c.

Ma non tutte le opere note ad Andronico ci sono pervenute; si sono perse completamente le opere letterarie di Aristotele quelle scritte in modo più accurato destinate forse ad una circolazione più ampia e composte spesso in forma di dialogo.

Sono rimaste invece i cosiddetti trattati di scuola o accademici sviluppati in 3 direzioni:
 
- l’esposizione dei temi generali della filosofia accademica;
 
- la discussione dei problemi tecnici del Platonismo;
 
- lo studio e la sistemazione della tradizione culturale e letteraria greca.

 

Influsso della filosofia accademica


 
Al primo filone erano dedicate le maggiori opere letterarie oggi vendute, come il Protreptico, la Filosofia, l’Eudemo di cui alcune di esse erano in forma di dialogo.

Il Protreptico era un’esortazione della vita filosofica, secondo il quale è sempre necessario fare filosofia, per decidere di non fare filosofia bisogna condurre una ricerca filosofica. La filosofia è concepita come una forma di vita contemplativa, che consiste nella conoscenza del vero modo d’essere delle cose.

Nella Filosofia Aristotele tracciava una storia universale della sapienza, che dalla sapienza del ficu e dei Magi persiani risaliva sino ai proverbi intesi come resti di antiche civiltà distrutte. La sapienza veniva considerata come il tentativo di conoscere l’ordine del mondo. Di quest’ordine trattava la Filosofia stessa, che ne vedeva il culmine ed il fondamento nella divinità stessa. Alla divinità l’uomo giunge per due strade:
 
- a partire dalla prima anima e a partire dalla bellezza e dall’organicità del mondo.
 
L’Eudemo riprendeva temi tipicamente platonici a proposito dell’immortalità dell’anima e del suo primato rispetto al corso e sul carattere dell’intelligenza e dell’attività conoscitiva.

 

Discussione Aristotelica sul platonismo

 
Al secondo filone dell’attività di Aristotele si collegano opere che non possono dirsi letterarie (come lo sono il Protreptico, la Filosofia e l’Eudemo) ma anche che sono andate perdute. Tra queste le più importanti sono una Sulle Idee ed una Sul Bene.

La prima discuteva la teoria delle idee e criticava la separazione interposta da Platone verso la fine della sua vita. La discussione questa volta concerneva, più che le idee, i principi. Principio del mondo è il bene, che è il fine a cui tutto il reale tende. Ma il bene è anche l’uno da cui derivano i numeri: i principi dei numeri sono i principi cui è possibile ricondurre le idee e tutta la realtà. Come aveva preso posizione contro la dottrina delle idee Aristotele rifiutava anche questi sviluppi filosofici del platonismo.

 

Il sillogismo aristotelico


 
Per Aristotele il sapere non trova il proprio fondamento in contenuti riconducibili alla matematica. Essa è costituita dalla struttura logica che possiede. La scienza è una sequenza di proposizioni cioè di forme linguistiche che possono essere vere o false.

È possibile costruire sequenze di proposizione tali che da proposizioni vere derivano sempre proposizioni vere.

Sono questi i sillogismi che Aristotele analizza negli Analitici Primi.

Un sillogismo è una sequenza in cui da due proposizioni (premesse) che hanno un termine comune (il medio) ed una terza proposizione.

I sillogismi si distribuiscono in figure ciascuna delle quali, è caratterizzata dal ruolo logico-sintattico del medio. Se il medio è soggetto in una premessa e predicato in un’altra si ha la - prima figura: se ogni A è B e ogni C è A allora ogni C è B;

- se il medio è predicato nelle due premesse si ha la seconda figura poiché: se ogni B è A e nessun C è A allora nessun C è B;

- se il medio è soggetto nelle due premesse si ha la terza figura secondo cui: se ogni A è B ed ogni A è C allora qualche C è B.

Le figure possono poi avere modi diversi: a secondo che le premesse siano universali o particolari; affermative o negative.

Infine le premesse possono essere caratterizzate secondo la possibilità o la necessità. Con il sillogismo si può ricavare una proposizione da premesse supposte vere: si ha in questo caso un ragionamento dialettico. Quando le premesse sono evidentemente vere cioè quando sono principi si ha una dimostrazione: e la dimostrazione è quella che costituisce la scienza.
 

Il mondo fisico aristotelico

Con una concezione della scienza di questo tipo per Aristotele diventa possibile persino rintracciare l’ordine del “movimento”. Il movimento che ha il grado maggiore di ordine è quello dei cieli.

Il Cielo
Aristotele osserva che i cieli sono sfere costituite da una materia che si muove secondo un movimento circolare. Questo moto è continuo, eterno e costante, perché ripercorre sempre la stessa traiettoria. Il più esterno dei cieli è costituito dalla sfera che porta le stelle fisse. Le sfere più interne possiedono al moto dei pianeti: del Sole e della Luna. I rapporti tra le sfere sono per Aristotele stabiliti secondo una rigorosa legge di proporzionalità: per esempio la velocità di rotazione delle sfere è proporzionale alla loro grandezza. Nell’unico centro di tutte le sfere celesti sta la Terra. L’universo è unico e finito e c’è un solo centro. Tra il centro dell’universo e la prima sfera celeste (quella della luna) si muovono i corpi dotati di moto rettilineo verso il basso. Ossia verso il centro dell’universo (la terra e l’acqua) e verso l’alto, ossia verso i cieli (l’aria e il fuoco).
 

La metafisica secondo Aristotele


 
A questa interpretazione del mondo naturale si collegano i trattati raccolti nella Metafisica.
In essi operano diversi filoni ed il loro tema costante è il rifiuto della spiegazione offerta dai platonici con la teoria delle idee. Uno dei filoni della Metafisica si collega alla teoria delle cause della Fisica. La forma suprema di sapere: cioè la sapienza, consiste nel cogliere le quattro cause dei processi naturali, soprattutto la causa finale che è la più importante. Seguendo la causa finale è possibile scoprire la struttura divina del mondo. In un altro filone sviluppato dalla Metafisica, la sapienza si configura come teoria dell’essere in qunato tale: cioè come considerazione della struttura che è presente in ogni sostanza ed in ogni tipo di spiegazione scientifica. Ogni sostanza è soggetto alle sue proprietà e ogni conoscenza è formulabile come attribuzione di proprietà ad un soggetto. Di quì deriva il principio supremo della sapienza e perciò di ogni scienza. È il Principio di non-contraddizione secondo cui di una stessa cosa non si può affermare e negare la stessa proprietà nello stesso tempo. questo è anche il Principio del sillogismo. Aristotele nella Metafisica è in grado di riconoscere la funzione delle forme come cause autentiche dei processi materiali ed il vero ordine dell’universo.
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