Francesco Petrarca nacque ad Arezzo nel 1304 fu di solito Petracchi cioè di Petracco e solo quando era già celebre si attribuì la forma più nobile Petrarca. Ad Avignone compì gli studi di grammatica e retorica. Studiò diritto all’università di Montpellier, preferndo tuttavia dedicarsi alla lettura dei classici latini prima di tutti Cicerone e Virgilio. Nel 1320 si trasferì a Bologna col fratello, per terminare gli studi di diritto, ma nel ‘26 la morte del padre lo costrinse a ritornare ad Avignone. Notevole fu il successo del giovane Petrarca che si impose nella Vita delle Brigate Cortesi con la sua cultura classica e le sue prime poesie in volgare toscano. Alla vita delle brigate cortesi è legato l’incontro e l’amore per Laura, ma nulla sappiamo di sicuro sull’identità della donna, che secondo lo schema dell’amor cortes era sconosciuta. Consumato rapidamente il patrimonio paterno entrò nella carriera ecclesiastica assumendo la posizione di chierico. Tra il ‘36 ed il ‘37 compì il primo viaggio a Roma provando grande emozione di fronte alle antiche rovine. Col suo lavoro di scrittore ambiva ad ottenere un riconoscimento sociale della sua cultura. All’inizio del 1341 recandosi a Napoli, Petrarca fu esaminato dal re Roberto D’Angiò che riconobbe la sua alta cultura e poi a Roma fu incoronato d’alloro al Campidoglio. Il periodo che seguì fu pieno di insoddisfazioni e delusioni. Il mondo gli appare dominato dalle barbarie e dalla violenza, tanto lontano dai modelli classici e dai più autentici valori cristiani. Il ripiegamento su sé stesso, il desiderio di difesa e protezione si legano all’attesa di un rinnovamento politico e a un amore sempre più forte per l’Italia, patria di tutti gli antichi valori che paiono schiacciati dall’imbarbarimento dell’età contemporanea. Nel 1348 infuriava la terribile peste nera che causò la morte di molti suoi amici e lì lo raggiunse la notizia della morte di Laura. Nel 1350 si recò a Roma per il giubileo, durante il viaggio sostò a Firenze dove strinse grande amicizia col Boccaccio e con i più autorevoli studiosi fiorentini del tempo. tollerava sempre meno gli intrighi e la corruzione della corte pontificia. L’Italia rappresentava per lui la giustizia, che poteva essere rinnovata grazie ad una restaurazione dell’Impero, col consenso della stessa Chiesa. Da questa serie di motivazioni nacque la decisione di abbandonare la Provenza e di stabilirsi in Italia, Petrarca ideò un’epistola latina di saluto all’Italia Terra Santissima.