Il titolo Vita Nova vuol dire vita giovanile o vita rinnovata dall’Amore. Il testo è composto da quarantadue capitoli in tutto e raccoglie prose e venticinque sonetti:
- quattro canzoni,
- una ballata e
- una stanza, composte dal 1283 al 1293.
Le prose che precedono i versi spiegano l’occasione e l’intendimento, quelle che seguono interpretano e definiscono qualche punto meno chiaro. Il soave libello è dedicato a Guido Cavalcanti. Dante ci dà la storia idealizzata di un suo amore giovanile dominato dal presentimento della morte. All’età di nove anni incontra Beatrice a diciotto anni la rivede vestita di bianco e ne riceve il saluto. La sogna fra le braccia del dio Amore, svegliatosi scrive il sonetto dal titolo “A ciascun’alma presa e gentil core”. Un giorno la vede in Chiesa ma finge di corteggiare un’altra donna dall’aspetto piacevole, se ne fa “schermo” per sottrarsi alla curiosità della gente. Successivamente trova un’altra donna al posto della precedente, ma Beatrice gli toglie il saluto ed il poeta scrive la “ballata, i vòi che tu ritrovi Amore”, a cui segue il sonetto “Tutti li miei penser parlan d’Amore”. Durante un convivio nuziale Dante vede Beatrice con altre donne, e per poco non cade a terra preso da smarrimento ed è beffato da lei e dalle compagne. Cerca di trovare conforto e incitamento ai suoi affanni celebrando le lodi di Beatrice e compone la canzone “Donne ch’avete intelletto d’amore” ed i sonetti “Ne li occhi porta la mia donna Amore” e “Amore e ‘l cor gentil sono una cosa”. Dante si riconosce iniziatore del dolce stil novo, durante una malattia il poeta sogna un cataclisma: il sole si oscura gli uccelli muoiono, le stelle piangono, la terra trema ed un amico gli annuncia la morte di Beatrice.
In questa occasione egli scrive la più famosa canzone della Vita Nova intitolata “Donna pietosa e di novella etate”.