Cenni del De Vulgari Eloquentia, trattato in ligua latina di Dante Alighieri
Ricerca del volgare illustre contemporaneo al Convivio è Il De Vulgari.
Per la prima volta Dante fa uso di una prosa latina. Il progetto del De Vulgari comprendeva 4 libri, ma l’opera rimase interrotta al 2°. Il trattato imposta la questione di una lingua italiana unitaria.
Il 1° libro inizia affermando il carattere naturale della lingua volgare dichiarata più nobile del latino rovesciando con ciò quanto asseriva nel 1° trattato del Convivio. Dopo aver definito le caratteristiche delle lingue d’oc e d’oïl, e dei 14 volgari che contraddistinguono la lingua del sí (parlata dai latini), Dante si chiede quale tra questi possa essere il più illustre.
Il volgare illustre deve essere:
cardinale: (cardine) comune a tutti gli altri volgari; e
aulicum: tale da poter essere parlato nella reggia italiana se questa esistesse.
Mancando però queste condizioni il valore del volgare italiano può manifestarsi solo grazie all’opera degli scrittori.
Il 2° libro mostra uno stretto rapporto tra artes dictandi e poetriae. Per Dante l’uso della poesia in volgare va destinato ad argomenti elevati (Armi ed Amori).