Accedi Registrati

Accedi al tuo acconut

Nickname *
Password *
Ricordami

Crea il tuo profilo

I campi contrassegnati con un asterisco sono obbligatori
Nome *
Nickname *
Password *
Verifica password *
Email *
Verifica email *
Captcha *
Reload Captcha

La prima guerra mondiale: dalle cause del conflitto alla conferenza di pace di Parigi


Riassunto sulla prima Guerra Mondiale con analisi delle cause che portarono allo scoppio del conflitto, l’entrata in guerra dell’Italia , le varie fasi del conflitto e la conferenza di Parigi.

Le cause di un conflitto esteso come la prima guerra mondiale hanno radici lontane ma le più dirette premesse dello stesso sono individuabili a partire dalla fine del 1907.


E’ in quell’anno infatti che la situazione dell’Europa andò peggiorando e produsse una crisi economica di lunga durata che fece diminuire dipendenti e salari ed aumentare disoccupazione e ritmi di lavoro.


Questa situazione provocò un aumento della tensione sociale che , negli anni precedenti il conflitto, esplose di sovente con imponenti scioperi generali.


La borghesia sempre più conservatrice, guardava con timore l’attività operaia e rafforzò così il proprio carattere antisocialista e nazionalista.


Nelle file della borghesia ma sempre più anche negli altri strati sociali, andava diffondendosi il nazionalismo. Di fronte all’accellerazione dei mutamenti cui era sottoposta l’Europa, si sviluppava un atteggiamento difensivo e ostile nei confronti di tutto quello che avrebbe potuto mettere in forse le conquiste raggiunte.


Il nazionalismo ha alimentato l’intolleranza, il fanatismo, la sopraffazione del più debole; è servito per distogliere la classe operaia dalle legittime rivendicazioni sociali e sindacali e per legittimare il militarismo e l’espansionismo imperialista.


Un altro fattore che contribuì ad accrescere la tensione nel periodo precedente il conflitto fu l’antagonismo economico tra Germania e Inghilterra. Mentre il ritmo di sviluppo dell’Inghilterra sembrava rallentare, la Germania aveva vissuto un’accelerazione economica prodigiosa. Questa competizione anglo-tedesca non può essere individuata come la causa diretta del conflitto; anzitutto i due paesi cercarono sempre accordi politici ed economici e non si chiusero mai in una situazione di protezionismo, in secondo luogo le loro direzioni di sviluppo erano sostanzialmente parallele e non portavano ad uno scontro diretto. Quindi pur non essendo da minimizzare è evidente che il fattore economico in quanto tale non avrebbe potuto portare ad una guerra.


Già nel 1893 però la Francia si era premunita contro il pericolo tedesco stipulando con la Russia la Duplice Intesa che aveva un contenuto antiaustriaco.


Il nuovo corso di Guglielmo II ebbe ben presto l’occasione di manifestarsi apertamente. Nel 1905 la Francia decise di occupare la parte del Marocco che si era riservata, ma fu prevenuta da Guglielmo II che mandò truppe a Tangeri proclamandosi difensore dell’integrità territoriale del Marocco.


Anche l’impero ottomano vide nel 1908 l’insurrezione dei giovani turchi, che formavano il nerbo del partito nazionalista. Ne approfittarono gli Stati Balcanici per strappare alla Turchia lembi del suo territorio. L’Austria allora autorizzata dall’imperatore tedesco a agire unilateralmente, si annesse definitivamente la Bosnia-erzegovina.

Il nazionalismo serbo, reagì con atti terroristici culminati nell’assassinio, a Sarajevo, dell’arciduca d’Austria Francesco Ferdinando.


Lo scoppio della guerra


Fu appunto l’assassinio Di Francesco Ferdinando che causò lo scoppio della guerra. L’Austria pretese della Serbia riparazioni con un ultimatum che conteneva alcune clausole inaccettabili. Il 28 luglio essa dichiarò guerra alla Serbia. La Russia reagì con la mobilitazione generale che provocò, per il meccanismo della Duplice Alleanza, un analogo provvedimento della Francia.

Nei giorni successivi la Germania dichiarò guerra alla Russia e alla Francia e iniziò le ostilità con un attacco violento alla Francia. L’esercito tedesco, invase il Belgio violandone la neutralità, per aggirare alle spalle l’esercito francese, mentre interveniva nel conflitto anche l’Inghilterra a fianco della Francia.


L’offensiva tedesca non ebbe successo decisivo. Nella battaglia della Marna i francesi aprirono una lunga breccia nello schieramento tedesco costringendolo ad arretrare fino all’Aisne. La guerra lampo tedesca in occidente era fallita.


Sul fronte orientale i russi occuparono inizialmente la Prussia orientale ma furono successivamente battuti nelle battaglie di Tanneberg e dei Laghi Masuri, e costretti a sgomberare la Prussia.


Nell’agosto, a fianco dell’Intesa franco-russa-inglese si schierò il Giappone, mentre a fianco degli imperi centrali intervenne la Turchia.



L’entrata in guerra dell’Italia  


L’Italia il 24 maggio del 1915 intervenne a fianco dell’Intesa dichiarando guerra all’Austria. L’opinione pubblica e le correnti politiche erano divise in due schieramenti: interventisti e neutralisti.


-Erano interventisti i democratici moderati che consideravano necessario l’intervento per   completare l’unificazione nazionale con l’annessione di Trento e Trieste.


-Erano neutralisti i socialisti fedeli ai principi dell’internazionalismo proletario, che consideravano la guerra in corso come la manifestazione delle contraddizioni della borghesia europea.

Vi era anche un neutralismo cattolico e il neutralismo di Giolitti che considerava per l’Italia più utile rimanere estranea al conflitto e ottenere risultati con un’accorta azione diplomatica.


Giolitti lasciò la guida del governo nel marzo del 1914, gli successe Salandra che inizialmente condusse trattative con l’Austria, senza ottenere da questa nessuna concessione. Iniziò allora contatti con l’Intesa che si conclusero col Patto segreto di Londra col quale l’Italia si impegnava a intervenire entro un mese contro gli Imperi centrali. A guerra finita. All’Italia sarebbero stati riconosciuti il Trentino, l’Istria, la Dalmazia, il Dodecaneso e un protettorato sull’Albania.


Le varie fasi del conflitto


I confini orientali del 1866, che si estendevano dallo Stelvio all’Isonzo erano favorevoli all’Austria che dominava le pianure venete e lombarda. Nel 1915 l’esercito italiano, comandato dal generale Cadorna, cercò inizialmente di rovesciare tale situazione attaccando le vette in possesso degli austriaci. Questo fu l’obiettivo delle prime quattro battaglie dell’Isonzo.


Nello stesso anno la Bulgaria intervenne a fianco degli Imperi Centrali. La Serbia si trovò così accerchiata e nonostante lo sbarco a Salonicco di una spedizione degli Alleati, fu invasa e occupata.


All’inizio del 1916 i tedeschi scatenarono una violenta offensiva a Verdun. Lungo l’anno si succedettero altre 5 sanguinose battaglie dell’Isonzo che portarono le truppe dell’Italia alla conquista di Gorizia. Ad agosto l’Italia dichiarò guerra alla Germania. Nel frattempo anche la Romania entrò in guerra a fianco degli Alleati.


All’inizio del 1917 vari tentativi di mediazione per porre fine al conflitto non ottennero alcun risultato. Quando poi la Germania dichiarò la guerra sottomarina indiscriminata contro tutti i mercantili anche neutrali, come estremo tentativo di bloccare i rifornimenti all’Inghilterra, gli Stati Uniti le dichiararono guerra.


Nel frattempo le operazioni militari in Occidente furono sfavorevoli agli Alleati. In Italia dopo altre due battaglie dell’Isonzo e la sanguinosa conquista della Bainsizza e del Monte Santo, l’offensiva italiana si esaurì.; la controffensiva austro-tedesca sfondò invece  il fronte italiano a Caporetto e dilagò nella pianura friulana. L’esercito italiano, si riorganizzò a difesa sul Piave e riuscì a contenere la pressione nemica.


Nel 1918 gli eserciti imperiali fecero un ultimo tentativo per risolvere il conflitto prima dell’arrivo delle truppe americane. L’offensiva tedesca sul fronte francese giunse alla Marna. In Italia l’offensiva austriaca sul Piave fu violenta ma non conseguì risultati di rilievo. L’esercito italiano, ora comandato dal generale Diaz, riuscì a conservare la linea di difesa,

Nel frattempo i soldati americani sbarcarono in Francia e gli Alleati ricacciarono i tedeschi sulle posizioni di partenza. Ormai l’esito della guerra era scontato.


In Italia l’esercito, riorganizzato con l’aiuto di alcune divisioni anglo-francesi, lanciò ad ottobre un offensiva che si concluse a Vittorio Veneto, con la sconfitta dell’esercito austriaco. L’Austria firmò l’armistizio a Villa Giusti. Nel novembre anche la Germania firmò l’armistizio di Rethondes.


Conferenza di Parigi


La Conferenza della pace si aprì a Parigi nel gennaio del 1919. Erano presenti solo le nazioni vincitrici in base al principio che la Germania e i suoi alleati erano responsabili di tutte le perdite e i danni subiti dai governi alleati e associati in conseguenza della guerra che è stata loro imposta dall’aggressione della Germania e dei suoi alleati. Fu quindi una pace imposta e non negoziata.


L’Europa dunque appena uscita dalla guerra, non era disposta a ricercare soluzioni politiche stabili e democratiche ai propri problemi. L’unico atteggiamento nuovo era quello del Presidente Wilson, che già precedentemente, nei quattordici punti, aveva cercato di conciliare le rivendicazioni nazionalistiche dei vincitori con l’esigenza di un nuovo assetto europeo in grado di evitare nuovi futuri conflitti, egli insomma chiedeva che la politica della forza non avesse il sopravvento sul principio di equità. Ma l’unico successo di Wilson fu la creazione della Società delle Nazioni che avrebbe dovuto evitare i possibili conflitti attraverso accordi diplomatici.


Aggiungi commento


Codice di sicurezza
Aggiorna

Immagine relativa alla pagina fan di facebook     Diventa nostro fan
    e seguici su facebook
      


Immagine relativa al canale twitter     Segui il nostro
    canale
Twitter
Privacy Policy - Personalizza tracciamento pubblicitario