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L'Impero e la dinastia Sveva di Federico I dal 1152 al 1190

 


Tra il XII e il XIII sec. nel regno germanico, non si era affermato: il principio dell'eredità, e della trasmissione dinastica del potere regio. Ogni nomina, era soggetta, all'approvazione dell'assemblea dei principi, che conferiva: la legittimità al sovrano, ma non la discendenza familiare. Inoltre nel regno germanico, la dignità imperiale, era legata all'unzione pontificia che conferiva, un valore universale sacrale, al potere del sovrano germanico.


Alla morte di Enrico V, (1125) ultimo discendente della casata salica, fu eletto Lotario di Supplimburgo (1125 -1137) della casata di Baviera dai principi tedeschi. Nonostante il sovrano morente, avesse designato alla sua successione, un esponente della famiglia Hohenstaufen; alla morte di Lotario invece di eleggere il genero, Enrico di Baviera, i principi tedeschi scelsero Corrado III di Hohenstaufen, della dinastia di Svevia, negando l'ereditarietà automatica del titolo, e l'autorità nella scelta del sovrano.


Nel 1152, grazie ad una politica matrimoniale, fu eletto re il duca di Svevia, Federico di Hohenstaufen, la cui madre apparteneva alla casata di Baviera. La permanenza di questa casata sul trono, si mantenne per tre generazioni. Nel 1154, Federico di Hohenstaufen, giunse per la prima volta in Italia; il suo intervento era stato richiesto dal papa e da alcune piccole città lombarde, minacciate dell'espansionismo delle città più ricche e forti: in difesa dei loro confini e della loro autonomia politica,  tra cui Milano.


L'imperatore riunì un'assemblea e condannò  Milano,  per aver mosso guerra, alle città confinanti. Si recò poi a Roma, dove sostenne il Papa, nel conflitto con il comune cittadino, al quale si era unito Arnaldo da Brescia, un chierico legato alla pataría, che osteggiava il potere temporale dei papi (predicava la rinuncia di beni lotta contro il clero simoniaco). Con l'aiuto dell'esercito imperiale, egli fu catturato e consegnato, in cambio dell'incoronazione imperiale. Nel 1155, Federico si fece incoronare re d'Italia ed imperatore a Pavia.


Nel 1158, a Roncaglia convocò (un'assemblea pubblica) una dieta nella quale, con la collaborazione dei giuristi italiani, emanò un decreto, detto costitutio de regalibus,  in cui si definivano le prerogative dell'autorità regia (=regalie). Federico  ripristinò: il potere imperiale in Italia, il controllo delle vie di comunicazione, l'esercizio della giustizia, ossia la nomina di magistrati per rendere giustizia, la riscossione delle imposte, il diritto di muovere guerra, coniare moneta, (diritti che spettavano solo a lui e usurpati dai comuni).


Nello stesso tempo emanò la Constitutio Pacis, che proibiva le leghe tra le città comunali e leghe tra privati, solo il potere imperiale, aveva diritto di pace - guerra. Egli inviò per un maggior controllo sulle città, i missi potestatis che non furono accolti allo stesso modo. Milano non li riconobbe, e una volta cacciati sollevarono l'ira dell'imperatore. Milano e Crema furono conquistate, e distrutte dalle truppe imperiali. Federico garantì la continuità del potere di coloro che lo detenevano, in cambio del riconoscimento della sua autorità, con la sottoscrizione di un rapporto feudale. Milano e Crema e altre città, non si assoggettarono all'autorità imperiale. Milano venne attaccata, costretta alla fame, e per punizione la fece radere al suolo. In ognuna di essa, venne mandato un funzionario, per far rispettare quanto stabilito a Roncaglia. Tra gli obiettivi, vi era una forte pressione fiscale. Opprimendo le popolazioni con diverse imposte, i podestà imperiali, tendevano ad eliminare i diritti che i Comuni avevano acquisito. Soddisfatto Federico, rientrò in Germania; ma i rapporti tra  papato ed impero, con l'elezione di Papa Alessandro III, divennero sempre più tesi, a causa degli atti compiuti da Federico nei confronti della Chiesa. Egli aveva ceduto un feudo toscano, facente parte delle donazioni effettuate da Matilde di Canossa, alla Chiesa ad un suo fedele; Federico inoltre, non esitò a nominare vescovi italiani in contrasto con il concordato di Worms.


Lo scontro si ebbe con l'elezione al soglio pontificio di Alessandro III, al quale Federico contrappose un antipapa Vittore IV, che Federico difese riconoscendolo e appoggiandolo militarmente. A causa di ciò, papa Alessandro III, si schierò a favore delle città dell'Alta Italia (le città Lombarde) il regno di Sicilia, e Venezia. La Repubblica di Venezia, iniziò a temere per la propria indipendenza, con la distruzione di Milano.  I comuni decisero di mettere da parte le divisioni che li separavano, e di affrontare il pericolo costituito da Federico, con la formazione di un organismo politico militare. Nel 1164 nacque la prima Lega Anti-imperiale la Lega Veronese, su sollecitazione di Venezia, costituita dalle città di: Verona, Vicenza, Padova e Treviso.


Nel 1167, vi fu la Lega Cremonese, costituita: dai comuni di Cremona, Bergamo, Brescia e Mantova, il cui primo atto fu, condurre i milanesi nella città distrutta per ricostruirne le fortificazioni. Le due Leghe cacciarono i podestà, rivendicarono i diritti comunali, riprendendo con maggior vigore l'assedio dei castelli feudali, appartenenti ai feudatari fedeli all'impero. In seguito le due leghe, si unirono in un'unica alleanza, appoggiati da papa Alessandro III, col nome di Lega Lombarda, prestando giuramento a Pontida. L'alleanza tra Lega e papa Alessandro III e la fondazione di Alessandria in onore del papa (1168) determinarono, un duro colpo per Federico. Persino il Comune di Lodi, fedele alleato di Federico, si schieró con gli altri comuni.


Nel 1167 Federico scese per la terza volta in Italia, e dopo aver assediato invano Alessandria, le truppe imperiali furono sconfitte a Legnano, il 29 maggio del 1176. Nel 1177 Federico, fu costretto a firmare con il papa la pace di Venezia acconsentendo di sospendere le ostilità. Nel 1183 Federico, stipulava la pace di  Costanza, con i comuni della Lega, riconoscendo ai comuni tutti i loro diritti, in cambio di un modesto tributo da pagare, alle casse imperiali. Nel 1190 Federico, morì mentre prendeva parte alla Terza Crociata, annegando nel tentativo di attraversare il fiume Salef in Anatolia.

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