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Successione dinastica del regno dei Franchi: da Codoveo a Carlo Magno


Caratteristiche principali dell'Impero Carlingio tra il V e VIII Sec.


Nel 511, dopo la morte di Clodoveo, il regno franco venne suddiviso fra i quattro figli, come se fosse un bene privato secondo la legge Salica. Nel giro di pochi anni, superate le tensioni interne, i Franchi conquistarono:

  • la Turingia
  • la Borgogna
  • la Provenza

estendendo il loro dominio su quasi tutta la Gallia. Clotario I, assunse il controllo di tutto il regno, ma per breve tempo.

I suoi due figli: Chilperico I, re della Neustria (ad Oriente) e Sigiberto I, re dell'Austrasia ( ad Occidente) avviarono un periodo di conflittualità. Emerse Brunilde, vedova di Sigiberto I, che assunse la guida di tutto il regno. Clotario II, figlio di Chilperico I,  fece uccidere Brunilde e consolidò il suo potere nei tre regni: Austrasia, Neustria e Burgundia. La vittoria di Clotario II,  avvenne grazie all'appoggio del vescovo di Metz, Arnolfo e Pipino di Heristal, maggiordomo di Palazzo del regno Merovingio d'Austrasia.

Il matrimonio tra la figlia di Pipino e di Arnolfo, permise di unificare gli interessi delle due famiglie, dando vita alla dinastia dei Pipindi, Arnolfingi o Carolingi da cui nacque Carlo Martello. I Carolingi sopravvalsero i Merovingi con Carlo Martello che sconfisse a Poitiers i musulmani, (nel 732) evitando che dilagassero in Europa occidentale. Egli costrinse l'ultimo sovrano Merovingio, Chilperico III, ad abdicare e cedergli il trono dando così inizio alla dinastia carolingia.

Inoltre per rafforzare il loro potere i carolingi, diffusero una campagna denigratoria contro i Merovingi.

L'ascesa al potere dei Carolingi nel 751, comportò una ripresa dell'espansione franca. Pipino il Breve, organizzò una spedizione in Italia contro i Longobardi (754-756), in cui vinse Astolfo e riconsegnò al pontefice l'Esarcato ( che comprendeva le zone dell'Italia centrale, Ravenna, Imola, Faenza, Forlì, Cesena e Bologna) e la Pentapoli ( che comprendeva Rimini, Pesaro, Fano, Senigallia e Ancona) segnando un'Alleanza con la Chiesa di Roma.

Pipino il Breve cercò di rafforzare la presenza franca nella Gallia meridionale. Dopo la sua morte, nel 768, il regno venne suddiviso tra i suoi due figli: Carlo E Carlomanno. Carlomanno morì precocemente, e di conseguenza il regno passò nelle mani di Carlo detto Magno dal 771 all'814.

Nel 772 Carlo avviò  una guerra trentennale contro i Sassoni, stanziati nella Germania meridionale, e la vittoria sui Sassoni gli consentì di controllare tutti i territori ad est (Turingia, Renania, l'Elba) ed iniziò ad espandersi nella penisola iberica e conquistò il regno longobardo. Il principale alleato dei Carolingi era la Chiesa di Roma, di cui Carlo Magno, era il difensore. Questo ruolo venne formalizzato quando, aiutò  papà Leone III, che era stato aggredito durante la lotta tra le famiglie dell'aristocrazia romana, ed il giorno di Natale, a Roma, Carlo Magno venne incoronato imperatore. Dopo l'800 egli cercò di rafforzare il proprio regno, anziché  continuare ad espandere il proprio regno.

Nel regno Franco non vi era una vera e propria capitale. I sovrani risiedevano nei palazzi costruiti all' interno della proprietà della corona.

Alla fine dell' VIII sec., Carlo Magno emesse come residenza principale Aquisgrana. Quí erano importanti, la cappella palatina e la reggia. Nella reggia vi erano i diversi funzionari; la gestione amministrativa centrale era affidata ad un laico e ad un ecclesiastico, non più ad un maggiordomo. Tra le figure principali vi era: il conte paladino, che esercitava l'alta giustizia per conto del sovrano, e coordinata altri funzionari. Il camerarius era il funzionario addetto al tesoro, il siniscaldus controllava le entrate ed il comes stabuli organizzava l'esercito. Vi era poi, l'arcicappellano, responsabile degli ecclesiastici che vivevano a corte e gestivano la cancelleria regia in cui vi erano gli atti pubblici. Per rendere leggibili gli atti fu creata una nuova scrittura detta carolina. Alla corte, Carlo Magno chiamò i maggiori intellettuali del tempo dando vita alla scuola palatina, con l'obiettivo di istruire il clero.
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