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Il feudalesimo: la nascita del vassallaggio



I rapporti vassallatico-beneficiari e la creazione dei cosiddetti Comitati


Dall'incontro del modello di organizzazione sociale dei Franchi e dei Galli-Romani si ebbero i rapporti: VASSALLATICO-BENEFICIARI, cioè un contratto stretto tra due persone che si impegnavano al mantenimento ed alla fedeltà. La fedeltà  che il vassallo giurava al suo signore, da cui aveva ricevuto ospitalità o fonti di reddito veniva ricambiato con il FEUDUM. Con questi rapporti il re si attorniava di capi militari e funzionari, che reclutavano combattenti, creandosi una cerchia clienterale. La concessione dei benefici, presupponeva un ampio patrimonio. Si creò un'aristocrazia potente sia nei confronti del sovrano, che dei propri fedeli. Le corti e le grandi aziende, assorbivano le piccole proprietà. Nell'Impero carolingio, all'interno dei regni, vennero designate delle circoscrizioni dette Comitati con a capo funzionari pubblici con il titolo di Conte, con il compito di: amministrare la giustizia,  riscuotere le tasse, convocare e guidare l' esercito. Nei territori di confine e conquistati recentemente, dove era necessario un impegno militare maggiore furono create le Marche cioè distretti di maggiore estensione, affidati a funzionari detti Marchesi. Grandi distretti erano anche i Ducati. I territori venivano assegnati a personaggi legati al sovrano da un rapporto vassallatico-beneficiario. A causa dell'ampiezza del territorio, che tendeva a sfuggire di mano, il sovrano decideva di assegnare cariche pubbliche agli uomini che, nei singoli territori godevano di prestigio e di proprietà.


Per controllare questi uomini, all'interno dei distretti, vennero inseriti i Missi Dominici cioè i fedeli diretti del sovrano. I Missi dominici appartenevano all'alta aristocrazia del regno, erano laici o ecclesiastici ed avevano il compito di diffondere le leggi emanate dal sovrano. Essi controllavano per conto dell'imperatore l'applicazione delle leggi, i cosiddetti Capitolari, e reprimevano eventuali abusi e controllavano l'operato dei conti. Un importante strumento di controllo era l'Istituto dell'immunità che limitava l'autorità di conti, marchesi e duchi, (=immunità giurisdizionale) che non potevano esercitare il loro potere sulle proprietà immuni, specialmente su quelle appartenenti agli ecclesiastici, vescovi e abati (=immunità fiscale).
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