Corrente empirisitca di Bacone
Bacone è il capo della corrente empiristica, che attribuisce enorme importanza all’esperienza attraverso la quale si arriva a conoscere la verità. Bacone è un politico abile e senza scrupoli e tutte le sue opere tendono ad illustrare il progetto di una ricerca scientifica che porti la realtà ad essere dominio dell’uomo.
Opere politiche: la Nuova Atlantide si inserisce nella corrente utopistica perché profetizza l’avvento di una teocrazia. Anch’egli, come Moro nell’Utopia, descrive un’isola paradiso della tecnica, un’isola intesa come un grande laboratorio sperimentale dove dominano gli scienziati e i tecnici. La sua maggiore attività fu dedicata al progetto di un’enciclopedia delle scienze che doveva rinnovare la ricerca scientifica ponendola su base sperimentale.
Di tutta quest’opera però egli realizzò adeguatamente solo Il nuovo organo, un’opera filosofica in cui egli propone un procedimento tecnico-scientifico contrapposto a quello di Aristotele.
Nell’Instauratio Magno egli sostiene che la conoscenza scientifica serve per affermare il dominio dell’uomo sulla natura. Il motto di Bacone è, infatti “sapere è potere“. Per conoscere la natura bisogna liberare la mente da alcuni pregiudizi che possono offuscare la conoscenza. Solo dall’osservazione si può arrivare all’interpretazione che serve a prevedere il fenomeno.
I pregiudizi, per Bacone, sono di 4 tipi:
1- Idola tribus ( comuni a tutti gli uomini ) derivano dall’insufficienza dei sensi che fa supporre il falso.
2- Idola specus ( propri di ciascun individuo ) dipendono dall’educazione, dalle abitudini o da casi fortuiti in cui ciascuno si viene a trovare.
3- Idola fori derivano dal linguaggio e sono generati da concezioni umane necessarie nei rapporti sociali.
4- Idola theatri derivano dalle dottrine filosofiche del passato o da dimostrazioni errate.
Il metodo di Bacone quindi è formato da 2 parti fondamentali: la pars destruens e la pars costruens. La prima consiste nell’eliminazione dei pregiudizi che offuscano la conoscenza, la seconda consiste nel metodo induttivo che porta al raggiungimento della verità che è la legge che regola il fenomeno. Il metodo induttivo procede per gradi e parte dall’osservazione del fenomeno. Prima si osservano tutti i casi in cui il fenomeno si manifesta ugualmente sebbene in casi diversi. Poi bisogna osservare i casi in cui il fenomeno non si manifesta, sebbene vi siano delle circostanze simili o vicine a quelle di quanto si presenta. Poi i casi in cui il fenomeno si manifesta in modo variabile. Quindi per ogni fenomeno, vi sono 3 tavole: di presenza, di assenza e di presenza variabile. Una volta formate le tre tavole si torna daccapo e scompone il fenomeno nei suoi elementi semplici per arrivare alla causa. La causa è l’elemento sempre presente nella prima tavola, mai presente nella seconda, variamente graduato nella terza. Quindi si arriva alla formulazione dell’ipotesi. Se con l’esperimento, l’ipotesi viene confermata, allora si può trasformare in legge ( il fenomeno ). Bacone chiama la prima ipotesi vindematio prima, e la seconda ipotesi che si trasformerà in legge instantia crucis. Il metodo induttivo di Bacone non ha particolare rilevanza perché non dà importanza all’aspetto quantitativo del fenomeno che è l’unico conoscibile. Il suo metodo è importante solo per lo schematismo cioè per la scomposizione del fenomeno che porta ad una perfetta conoscenza del fenomeno stesso.
La deduzione di Aristotele non è valida perché non porta a nulla e perché non porta alla verifica, parte dall’esperienza.
Aristotele fu il primo a dire che l’intelletto umano è tabula rasa che viene ad essere riempito attraverso la conoscenza che è al di fuori dell’uomo.
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