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Composizione, pubblicazione e contenuto del Decameron



Dopo la peste nera a Firenze nel 1348 Boccaccio compose il suo capolavoro che comprendeva una raccolta di cento novelle intitolato il Decameron. Non vi è alcuna notizia certa sui tempi di redazione dell’opera, molte delle novelle potrebbero essere state abbozzate prima del 1348. In ogni caso l’opera si diffuse rapidamente consacrando la fama del suo autore in Italia e all’estero. La diffusione del Decameron si ebbe tra il XIV sec. ed il XV sec. attestata grazie ai manoscritti. I primi copisti della raccolta furono mercanti e l’opera divenne sin da subito uno dei libri più diffusi e stampati.

Fino al 1559 il Decameron venne inserito tra i testi proibiti. Il titolo Decameron deriva dal greco e significa dieci giornate e comprende 100 novelle, favole, parabole o istorie raccontate a turno in 10 giorni da 7 fanciulle e 3 giovani. La narrazione è legata alla dolcezza ed al piacere ma inizia con la descrizione della città di Firenze.

Dieci giovani si incontrano nella chiesa di Santa Maria Novella a Firenze mentre infuria la peste (che riesce ad invadere ogni ambiente sociale).

La cornice del Decameron fa riferimento ad un avvenimento reale e tragico, la peste che coinvolge sia i narratori sia i lettori.

Mentre la città è in preda al caos sociale i 10 giovani decidono di allontanarsi da Firenze e di trascorrere due settimane in campagna, vivendo all’insegna della serenità e della cortesia.

Le donne sono:

- Pampinea

- Fiammetta

- Filomena

- Emilia

- Lauretta

- Elissa

- Neifele a cui si aggiungono i tre giovani: Panfilo, Dioneo e Filostrato. Nei tre personaggi maschili Boccaccio rappresenta tre diverse immagini di se stesso.

Essi si trasferiscono in un palazzo a soli due miglia da Firenze un mercoledì mattina ed organizzano una vita di diletti tenendo lontana ogni cattiva notizia che giunga da fuori.
Ogni giornata ha una rubrica iniziale che indica il generale contenuto, con una breve introduzione; nelle introduzioni e nelle conclusioni Boccaccio descrive la vita della brigata ed i luoghi in cui essa si svolge. Alla fine di ogni giornata Ogni giorno essi eleggono un re o una regina che regola la vita di ogni giornata e fissa il tema al quale devono attenersi tutti i novellatori ad eccezione di Dioneo il più divertente dei giovani a cui viene concesso il privilegio di raccontare per ultimo e di scegliere il tema della novella a suo piacimento. Solo di venerdì e sabato non si raccontano novelle e non si eleggono né re né regine In tal modo Boccaccio evita il rischio di un rigido meccanicismo facendo sì che anche nelle giornate in cui è fissato un tema triste si concluda con una novella e con un finale felice ed
una donna recita una ballata.

La prima regina che viene eletta è Pampinea che decide di trascorrere il pomeriggio raccontando novelle.

Nella sesta giornata il valore del personaggio si esprime attraverso l’uso del linguaggio sapiente, essa si apre con alcune immagini che riassumono l’intero organismo del Decameron. La natura dei personaggi si manifesta attraverso una fitta tematica religiosa.
La prima novella di Ser Ciappelletto delinea la figura del peccatore che in punto di morte recita in una falsa confessione la parte dell’uomo virtuoso che lo farà considerare santo dopo la sua morte. Vasto è lo spazio storico e geografico del Decameron, la maggior parte delle novelle sono ambientate a Firenze e in Toscana. Il mondo di Boccaccio è un mondo finto che si pone come realtà. I personaggi affermano se stessi grazie alle loro capacità di apparire, di farsi riconoscere e valutare gli altri. Tutti i materiali presenti nel Decameron sono sottoposti ad una prosa raffinata. In esso ritroviamo schemi della retorica medievale come l’uso di rime e la formazione di versi all’interno del periodo. Ma Boccaccio tende soprattutto ad approfondire il rapporto con la prosa latina antica, adattando il proprio volgare ai ritmi e alle pause. La latinizzazione della prosa volgare è diversa da quella di Brunetto Latini e di Dante adottata nel Convivio. La prosa di Boccaccio è fatta di periodi modulati ed ampi. All’interno del Decameron si passa dal sublime al patetico, all’eroico, al tragico, al comico ed al grottesco.

Da un lato vi è l’uso di un linguaggio sublime, dall’altro una prosa che rispecchia la realtà banale e volgare utilizzando un linguaggio basso e concreto. La lingua del Boccaccio si affida al piacere con il fine di creare parole che fioriscono sulla bocca sia degli stolti che dei beffatori. All’interno del Decameron fondamentale è l’ironia che produce un certo distacco tra la voce narrante, gli argomenti ed i personaggi. L’ironia usata da Boccaccio è lontana da quella dei romantici, in essa vi è sempre qualcosa di trionfante, una sorta di compiacimento per la gioia di narrare. L’autore accetta la realtà ed esalta la natura dei sensi. Estremamente convinto che tutto dovrebbe essere controllato dalla razionalità ordinatrice e dall’ingegno il Decameron rappresenta la vita contemporanea in tutte le sue espressioni.

Con la composizione del Decameron Boccaccio non ha solo condotto a perfezione il genere novellistico ma ha elaborato un linguaggio ricco e mobile, sul piano linguistico egli ha creato un modello a cui si sono rifatti gli scrittori dei secoli successivi.
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