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Le opere di Giovanni Boccaccio appartenenti al periodo napoletano



Gli scritti più impegnativi di Boccaccio si rivolgono ad un pubblico cortese in cui acquistano grande rilievo le figure femminili, tra di esse vi è sempre una donna amata dallo scrittore.

La Caccia di Diana è un poemetto. Seguaci di Diana, dea della caccia e della castità le belle donne della società napoletana si presentano una dopo l’altra, nell’atto di uccidere ciascuna un’animale. Esse consacrano le loro prede alla dea ma improvvisamente si ribellano alla sua autorità ed supplicano quella di Venere. Tutti gli animali riacquistano vita trasformandosi in uomini-amanti.

Un’altra opera che ebbe una grande propagazione a livello europeo fu il Filocolo che si presenta come replica ad una richiesta della donna amata, Fiammetta, che vuole parlare di una brigata napoletana, delle vicende di Floro e Biancifiore; Fiammetta avrebbe invitato l’autore a scrivere un piccolo libretto in proposito. Biancifiore nasce da Giulia, nobildonna romana dopo che i suoi familiari sono stati uccisi dai saraceni. Lo stesso giorno nasce Florio, figlio del re. I due giovani crescono assieme istruiti secondo una cultura cortese e con lettere della poesia amorosa di Ovidio. Fra di loro sboccia subito l’amore intralciato però dai genitori di Florio. Per liberarsi di Biancifiore il re la vende ad alcuni commercianti che la portarono in Oriente; lì la giovane finisce in mano al potente ammiraglio di Alessandria che la tiene imprigionata in una torre insieme ad altre donne. Sotto il nome di Filocolo, Florio comincia una ricerca, ad Alessandria riesce ad introdursi nella torre e più precisamente nella stanza di Biancifiore: ma scoperto viene condotto con lei al rogo. Biancifiore e Florio vengono liberati da due cavalieri ed intraprendono un viaggio di ritorno in Spagna. La storia si conclude con il trionfo dell’amore tra i due giovani. La narrazione è ricca di discorsi, monologhi e descrizioni. Il testo si presenta come un esempio di narrazione tardo-gotica ricca di emblemi, richiami a distanza e apparizioni simboliche, momenti elegiaci e comici; all’interno di essa inoltre si intravedono allusioni autobiografiche da parte dell’autore

Di incerta datazione è il Filostrato poemetto ritenuto da alcuni studiosi antecedente al Filocolo. Il tema del poemetto è ricavato dai romanzi del ciclo troiano ma si limita ad un unico episodio quello dell’amore del giovane Troiolo per la vedova Criseida prigioniera a Troia. Questo amore termina quando Criseida a causa dello scambio tra i prigionieri ritorna al campo greco e dimentica l’amante; avuta prova dell’adulterio della donna Troiolo si lascia uccidere da Achille.

Altra opera di Boccaccio è La Commedia delle ninfe fiorentine, di ritorno a Firenze Boccaccio tenta una letteratura capace di legare l’orizzonte cortese alternando prosa e poesia. Il pastore Ameto s’imbatte in una compagnia di belle e nobili ninfe consacrate a Venere e si innamora di quella che appare la loro guida. Nel giorno della festa di Venere Lia ed altre sei ninfe si riuniscono in un luogo piacevole e sedendo attorno ad Ameto iniziano a narrare i loro amori. Dopo aver ascoltato le sette narrazioni Ameto riceve un bagno purificatore.
Le donne rappresentano le virtù e l’incontro con loro ha trasformato il pastore da animale bruto in un uomo che può avere accesso alla conoscenza di Dio. Le narrazioni delle donne si presentano come novelle artificiose ed ingegnose.

L’Amorosa Visione
è un poema composto sul modello dantesco, in esso il poeta compie in sogno la visita ad un castello e in esso vede dipinti i trionfi di alcune entità astratte ossia: la sapienza, l’amore, la gloria la fortuna, l’avarizia e la fortuna coronate da diversi personaggi famosi. Uscito dal castello il poeta attraverso il giardino abbellito da una sontuosa fonte incontra diverse nobildonne napoletane e fiorentine tra cui Fiammetta che alla fine dell’opera tenta di conquistare.

Altra opera di Boccaccio è il Ninfale Fiesolano un poemetto scritto in omaggio alla città di Firenze. Il poemetto presenta un linguaggio con cadenze popolari è privo di ambiguità e si adegua alla rappresentazione di limpidi gesti. La parte più estesa della narrazione è dedicata all’amore tra Mensola e Africo e alla loro fine infelice. Il giovane pastore si innamora della ninfa che fa parte del corteo di Diana ed è costretta alla castità; dopo lunghe pene Africo riesce a possederla con la violenza. A sua volta Mensola s’innamora del giovane ma temendo la minaccia da parte di Diana cerca di fuggirlo ed Africo disperato si uccide. Mensola si rende conto di essere incinta, nasconde la sua gravidanza e dà alla luce il proprio bambino, ma Diana la punisce trasformandola in fiume mentre il bimbo viene affidato ai genitori di Africo.

L’Elegia di Madonna Fiammetta
rappresenta la sintesi dei motivi cortesi, classicisti e amorosi della produzione di Boccaccio. Essa è scritta in prosa ed è dedicata da Fiammetta alle donne innamorate. La grande innovazione di questa elegia deriva dal fatto che Boccaccio attribuì direttamente la parola ad una voce femminile; la donna amante abbandonata e disperata è rappresentata come oggetto che parla e non rappresentata come oggetto d’amore. La donna abbattuta racconta la propria sofferenza ad altre donne nel tentativo di trovare sollievo e conforto. Fiammetta racconta il suo amore per il giovane Panfilo che la tradisce abbandonando Napoli e per far ritorno a Firenze. La donna non narra episodi ma esprime i sentimenti che l’amore suscita in lei, inizialmente la gioia del possesso e successivamente il dolore causato dalla partenza di Panfilo.
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