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Filosofia e poesia nel De Rerum Natura

Riassunto inerente i rapporti della filosofia e della poesia nel De Rerum Natura il cui scopo era appunto divulgare un insegnamento filosofico.

Molti studiosi si domandano se Lucrezio fu un filosofo che si propose di diffondere il verbo del maestro e che utilizzò la forma in versi per divulgare meglio il suo messaggio, o fu un poeta nel senso che il suo obiettivo principale fu artistico e non dottrinale.


Su questo problema la critica lucreziana si è impegnata notevolmente, in certi casi negando valore artistico al poema, in altri privilegiando la poesia e svalutando il contenuto filosofico.

In realtà filosofia e poesia sono due elementi del tutto inscindibili nell’opera lucreziana: “ La filosofia epicurea è per Lucrezio il dato primordiale che poi è assorbito, trasformato e nobilitato dall’impeto lirico del poeta, Lucrezio insomma non riespone la dottrina del maestro , ma la rivive esultando ed esaltandosi.

Resta tuttavia da spiegare perché Lucrezio, in palese contraddizione con la filosofia epicurea, abbia voluto fare opera di poesia e dare ad essa un valore che la dottrina di Giardino negava fortemente.


Per tentare di dare una risposta a tale quesito conviene partire da quello che Lucrezio afferma nel I libro e alla all’inizio del IV libro, dove in entrambi i casi Lucrezio impiegando la teoria dell’arte come ornamento o allettamento ci illustra il suo proposito di combinare poesia e filosofia. Egli distingue sottilmente tra forma e contenuto e tra mezzo poetico e fine didattico-morale e filosofico.


Dunque non è possibile distinguere e separare filosofia e poesia nel poema lucreziano. Infatti la filosofia epicurea è rivissuta dal poeta alla luce della sua accesa sensibilità artistica e perde il suo carattere espositivo e didascalico per acquistare il palpito e il calore della vita.

Il ricorso alla poesia ha nell’animo di Lucrezio un significato ben preciso, a petto che essa non venga intesa come lusus che si compiace soltanto degli aspetti formali, ma diventi mezzo, attraverso il quale gli uomini si accostano con piacere alla verità, che per Lucrezio coincide, con la parola di Epicuro. Da queste premesse nasce il grande poeta della natura, che si accende di commozione di fronte a certi spettacoli che essa sa offrire.

Lucrezio era consapevole delle difficoltà che avrebbe incontrato nello scrivere il poema e nell’esporre in versi latini le oscure scoperte dei Greci, perché la lingua di Roma era ancora inadeguata ad esprimere contenuti nuovi come quelli della filosofia epicurea. Eppure non si tira indietro, perché lo guida la speranza di poter dare agli uomini la luce della verità.


E’ innegabile che Lucrezio compie uno sforzo intellettuale notevole nel tentativo di romanizzare concetti e termini di una disciplina, la filosofia, che i Romani avevano sempre considerato estranea al loro campo mentale.


Poesia dunque di grande impegno intellettuale, quella di Lucrezio, poesia che deve svelare all’uomo la verità, liberandolo dalla superstizione.


Un discorso a parte merita infine l’uso degli arcaismi, che nel De Rerum Natura ha un ruolo preponderante. Infatti Lucrezio conferisce in questo modo a ogni pagina del poema un sapore fortemente arcaizzante che accresce il fascino della lettura. La presenza di tanti elementi arcaici si può spiegare alla luce del rapporto tra Lucrezio ed Ennio. Infatti Lucrezio ha un enorme stima di Ennio il quale rappresenta per il nostro poeta un punto di riferimento spirituale e letterario insostituibile.

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