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Il prodigio del Lago Albano – Versione latino Maiorum Lingua Vol B



Il prodigio del lago Albano
Versione di latino tradotta dal Libro Maiorum Lingua Vol B Pagina 217 Numero 150


Cum bello acri et diutino Veientes a Romanis intra moenia compulsi capi non possent, ea mora non minus obsidentibus quam obsessis intolerabilis videbatur. Tum vero mirum prodigium factum est, quo di immortales iter ad victoriam ostendere visi sunt. Subito enim Albus lacus, neque caelestibus aucuts imbribus neque inundatione ullius amnis aditus, solitum stagni modum excessit. Cuis rei explorandae gratia Romanis visum est legatos ad Delphicum oraculum mittere, qui rettulerunt praecipi sortibus ut aquam eius lacus emissam per agros diffunderent: sic enim Veios venturos in potestatem populi Romani. At priusquam legati id renuntiarent, aruspex Veientium, a milite nostro raptus et in castra perlatus, eadem praedixerat. Ergo senatus, duplici praedictione monitus, eodem paene tempore et religioni paruit et hostium urbe potitus est.


Traduzione

Durante l’aspra e lunga guerra gli abitanti di Veio ,obbligati dai Romani all'interno delle mura, non potevano essere catturati, quello stillicidio iniziò a sembrare insopportabile agli assediati non meno che agli assedianti. Ed ecco presentarsi uno straordinario prodigio, col quale sembrò che gli dei immortali stessero mostrando il cammino verso la vittoria. Infatti all’improvviso il lago Albano, senza essere gonfiato dalle piogge né accresciuto dalla piena di alcun fiume, oltrepassò il consueto livello del lago. Allo scopo di scoprire la causa di questo evento , i Romani pensarono bene di mandare ambasciatori a interrogare l'oracolo di Delfi; essi comunicarono di aver avuto la premonizione, di far fuoriuscire l'acqua di quel lago e disperderla per i campi: così infatti in questo modo Veio sarebbe caduta sotto il dominio del popolo romano. Perfino, prima che gli ambasciatori riferissero l'oracolo, un indovino di Veio, che era stato rapito da un nostro soldato e trascinato nell'accampamento, aveva fatto la stessa predizione. Perciò il Senato, fatto accorto dalla duplice profezia, ascoltò il segno divino e quasi nello stesso momento riuscì ad impossessarsi della città nemica.
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