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Una figlia particolare - Versione latino Littera Litterae Vol 1B 

 

Una figlia particolare
Versione di latino dal Libro Littera Litterae 1B Pagina 204 Numero 3

Epaminonda uxorem numquam duxit. In quo cum reprehenderetur, quod liberos non relinqueret, a Pelopida, qui filium habebat infamem, maleque eum in eo patriae consulere diceret, 'Vide', inquit 'ne tu peius consulas, qui talem ex te natum relicturus sis. Neque vero stirps potest mihi deesse. Namque ex me natam relinquo pugnam Leuctricam, quae non modo mihi superstes, sed etiam immortalis sit necesse est.' Quo tempore duce Pelopida exules Thebas occuparunt et praesidium Lacedaemoniorum ex arce expulerunt, Epaminondas, quamdiu facta est caedes civium, domo se tenuit, quod neque malos defendere volebat neque impugnare, ne manus suorum sanguine cruentaret. Namque omnem civilem victoriam funestam putabat. Idem, postquam apud Cadmeam cum Lacedaemoniis pugnari coeptum est, in primis stetit.


Traduzione

Epaminonda non prese mai moglie. E venendo per questo criticato, perché non lasciava figli, da Pelòpida, il quale aveva un figliolo di cattiva reputazione diceva che lui in questo così male badava alla patria: "Guarda", gli rispose, "che non provveda peggio tu, che ti appresti a lasciare un figlio di tal fatta. D'altra parte a me non può mancare la discendenza: io lascio la guerra di Leuttra, che è nata da me, che fatalmente non solo sopravviverà a me ma sarà addirittura eterna". Al tempo in cui, sotto la guida di Pelòpida, gli esuli occuparono Tebe e scacciarono dall'acropoli il presidio spartano, Epaminonda finché permase la strage dei cittadini, si tenne in casa, perché non voleva proteggere i malvagi né assalirli per non macchiarsi le mani di sangue: riteneva tragica ogni vittoria riportata sopra i propri cittadini. Ma fu tra i primi  quando presso la Cadmea si iniziò a combattere con gli Spartani.
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