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L'apologo di Menenio Agrippa - Versione latino Littera Litterae Vol 1B




L'apologo di Menenio Agrippa
Versione latino tradotta dal Libro Littera Litterae 1B
Pagina 250 Numero 7


Propter vectigalium militiaeque impatientiam, plebs patribus obstiterat et in Aventinum montem secesserat. A patribus igitur Melenius Agrippa, qui in populi gratia erat, missus est ut concordiam inter patres plebemque restitueret. Is ad populum venit fabulamque de ventre et membris narravit. Olim-inquit-humani artus,quia ventrem otiosum putabant, ab eo discordaverunt coniuraveruntque ne manus cibum ad os admoverent neu os acciperet neu dentes conficerent. Artus ipsi relanguescere inceperunt. Venter enim piger non est, sed cibum accipit ut per omnia corporis membra distribuat. Sic patres populusque, quasi unum corpus, cocordia confirmantur, discordia pereunt>>. Propter Melenii fabulam, populus in urbem revenit; tribunos plebis tamen creavit ut libertatem suam adversus nobilitatis superbiam defenderet.



Traduzione


A causa dell’impazienza delle milizie e dei tributi, la plebe si era opposta ai senatori e si erano ritirati sull’Aventino . Dunque fra i senatori fu mandato Melenio Agrippa, che era nella grazia del popolo, per restituire la concordia tra i senatori e la plebe. Quello giunse dal popolo e raccontò una favola sul ventre e sulle membra. “ Una volta disse le membra umane, poichè consideravano il ventre ozioso, discussero con quello e si misero d'accordo affinchè le mani non portassero alla bocca il cibo e la bocca non lo prendesse e i denti non lo afferrassero. Ma gli stessi arti cominciarono a indebolirsi. Infatti il ventre non è pigro ma prende il cibo per poi distribuirlo a tutte le membra. Così il senato e il popolo, come in un corpo solo, sono fortificati nella concordia e periscono nella discordia." A causa della favola di Melenio, il popolo ritornò in città , però nominò i tribuni della plebe per proteggere la loro libertà contro la superbia della nobiltà.

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