La rivolta di Fidene e Veio - Versione latino Littera Litterae Vol 1B
La rivolta di Fidene e Veio
Versione latino tradotta del Libro Littera Litterae 1B
Pagina 27 Numero 2
Anno trecentesimo et quinto decimo ab Urbe conditano Fidenates contra Romanos rebellaverunt et cum exercitu progressi sunt. Fidem Fidenatibus testabantur iisque auxilium praestabant Veientes et rex Veientium Tolumnis. Ambae civitates tam vicinae Romae sunt, ut minae sint: nam Fidenae sexto miliario, Vei octavo decimo miliario absunt. Coniunguntur Fidenatibus et congrediuntur etiam Volsci. Sed rebellantes a Romanis victi sunt Veientesque tantam cladem acceperunt, ut etiam regem perdiderint. Fidenis Romani potiuntur et urbem excidunt. Deinde evenit ut Veientani rursus rebellarent. Dictator contra illos mussu est Furius Camillus, qui primum eos vicit acie, mox etiam civitatem cepit, antiquam atque divitem. Post eam cepit etiam Faliscos, non minus nobilem civitatem. Sed commota est Camillo invidia, quasi is praedam male divisisset, damnatusque est ob eam causam tanta severitate ut expulsus sit civitate.
Traduzione
Nel 438 a.C. i Fidenati insorsero contro i Romani e avanzarono con l'esercito. I Veienti ed il re dei Veienti Tolumnio dichiararono fedeltà ai Fidenati e prestavano il loro aiuto. Ambedue le città sono tanto vicine a Roma, che sono minacce: infatti Fidene è distante sei miglia, Veio diciotto miglia. Anche i Volsci si incontrano e si uniscono ai Fidenati. Ma i ribelli furono vinti dai Romani e i Veienti subirono una tale sconfitta, che uccisero anche il re. I Romani si impadronirono di Fidene e rasero al suolo la città. Dopo successe che i Veienti insorsero nuovamente. Contro di loro fu spedito il dittatore Furio Camillo, che prima li vinse in battaglia, subito prese anche la città, antica e ricca. Dopo di essa prese anche Falerii, città non meno nobile. Ma provocò invidia per Camillo, come se avesse suddiviso male il bottino, per questo motivo fu condannato con tanta durezza da essere espulso dalla città.
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