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Pirro conquista la Macedonia - Versione latino Littera Litterae Vol 1B



Pirro conquista la Macedonia
Versione latino tradotta dal Libro Littera Littera Vol 1B
Pagina 85 Numero 1

Dum ea in Asia geruntur, interim in Sicilia Pyrrhus, a Poenis navali proelio victus, ab Antigono, Macedoniae rege, supplementum militum per legatos petit, denuntians, sin aliter, revertere se in regnum necesse habere. Ubi repulsam legati renuntiaverunt, repentinam fingit profectionem. Socios interim parare bellum iubet, arcis Tarentinae custodiam Heleno filio et amico Miloni tradens. Postquam in Epirum revertit, statim fines Macedoniae invadit; Antigonus cum exercito occurrit victusque proelio in fuga vertitur. Atque ita Pyrrhus Macedoniam in deditionem accepit et, veluti damna amissae Siciliae Italiaeque acquisito Macedoniae regno pensavisset, relictum Tarenti filium et amicum arcessivit. Antigonus autem cum paucis equitibus, fugae comitibus, Thessalonicam se recepit, inde bellum reparaturus cum Gallorum mercennaria manu. Rursus ab Ptolomeo, Pyrrhi filio, funditus victus est; cum comitibus fugiens, salutis latebras ac fugae solitudines captat.



Traduzione


Mentre in Asia accadono queste cose, nel frattempo in Sicilia Pirro, sconfitto dai Cartaginesi in una battaglia navale, chiede per mezzo di ambasciatori dei rinforzi ad Antigono, re della Macedonia, intimando, in caso contrario, di essere obbligato a ritornare nel regno. Quando gli ambasciatori comunicarono il fallimento, finge un’improvvisa partenza. Nel frattempo ordina agli alleati di apprestarsi alla guerra, affidando al figlio Eleno e all’amico Milone la difesa della rocca di Taranto. Dopo esser ritornato in Epiro, subito invade il territorio della Macedonia;  Antigono accorre con l’esercito, e sconfitto in battaglia viene messo in fuga. E così Pirro ricevette la resa della Macedonia e, come se avesse bilanciato i danni per la perdita della Sicilia e dell’Italia con l’acquisito regno della Macedonia, mandò a chiamare il figlio e l’amico lasciati a Taranto. Antigono invece si riparò con pochi cavalieri, compagni di fuga, a Tessalonica, dopo fu sul punto di riprendere la guerra con una schiera mercenaria di Galli. Di nuovo fu sconfitto definitivamente da Tolomeo, figlio di Pirro; fuggendo  con i compagni, cerca di raggiungere nascondigli per la salvezza e luoghi deserti per la fuga.


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