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Esortazione di Popilio Lenate alle truppe – Versione latino
Littera Litterae Vol 2D



Esortazione di Popilio Lenate alle truppe
Versione di latino tradotta dal Libro Littera Litterae Vol 2D Pagina 128 Numero 3


Necdum certa Romanis victoria erat; namque multitudo Gallorum, sensum omnem talis damni exsuperans, velut nova rursus exoriente acie, integrum militem adversus victorem hostem ciebat; stetitque suppreso impetu Romanus, et quia interum fessis subeunda dimicatio erat et quod Marcus Popilius consul, dum inter primores incautus agitat, laevo umero matari prope traiecto cesserat parumper ex acie. Iamque ommissa cunctando victoria erat, cum consul vulnere alligato revectus ad prima signa "Quid stas, miles?" inquit "Non cum Latino Sabinoque hoste res est, quem victum armis socium ex hoste facias; in beluas strinximus ferrum; hauriendus aut dandus est sanguis. Propulistis a castris, supina valle praecipites egistis, stratis corporibus hostium superstatis; complete eadem strage campos, qua montes replestis". "Nolite expectare, dum vos fugiant; inferenda sunt signa et vadandum in hostem". his adhortationibus iterum coorti pellunt loco primos manipulos gallorum; cuneis deinde in medium agmen perrumpunt.


Traduzione

Per i Romani la vittoria non era ancora sicura; infatti una moltitudine di Galli, superando ogni sentimento di una tale perdita, come se una nuova schiera di nuovo sorgesse, muoveva soldati freschi contro il nemico vincitore; l'esercito romano, fermato l'assalto, rimase al proprio posto, sia perché nuovamente doveva essere affrontato un combattimento da uomini stanchi sia perché il console Marco Popilio mentre si muoveva imprudente tra i primi, con la spalla sinistra quasi trafitta da un giavellotto, si era un po’ allontanato dal campo di battaglia. Ormai a causa dell'indecisione la vittoria era stata quasi persa, quando il console, dopo che gli era stata bendata la ferita, tornato nelle prime file disse: "Perché stai fermo, soldato? La battaglia non é contro i Latini o i Sabini che da nemici tu possa rendere alleati una volta vinti con le armi; abbiamo impugnato la spada contro delle belve; bisogna versare il loro sangue o darlo. Li avete allontanati dagli accampamenti e li avete ricacciati in una fuga rovinosa a valle, siete in piedi sui corpi morti dei nemici; riempite i campi dello stesso massacro di cui avete riempito i monti". "Non volete aspettare, allora che vi sfuggano; le insegne sono state introdotte e avanzando rapidamente tra i nemici". Con questa esortazione le coorti allontanano dal posto i primi gruppi di Galli; schierati a Cuneo in seguito spezzano a metà l'esercito.

Esortazione di Popilio Lenate alle truppe Traduzione versione latino di Livio dal Libro Littera Litterae Vol 2D Pagina 128 Numero 3. Necdum certa Romanis victoria erat.

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