Neutralità dei Marsigliesi - Versione latino Littera Litterae Vol 1D
Neutralità dei Marsigliesi - Versione di latino tradotta di Cesare dal Libro Littera Litterae 1D Pagina 185 Numero 2
Evocat ad se Caesar Massilia XV primos; cum his agit, ne initium inferendi belli a Massiliensibus oriatur: debere eos Italiae totius auctoritatem sequi potius quam unius hominis voluntati obtemperare. Reliqua, quae ad eorum sanandas mentes pertinere arbitrabatur, commemorat. Cuius orationem legati domum referunt atque ex auctoritate haec Caesari renuntiant: intellegere se divisum esse populum Romanum in partes duas; neque sui iudicii neque suarum esse virium discernere, utra pars iustiorem habeat causam. Principes vero esse earum partium Cn. Pompeium et C. Caesarem patronos civitatis; quorum alter agros Volcarum Arecomicorum et Helviorum publice iis concesserit, alter bello victos Sallyas attribuerit vectigaliaque auxerit. Quare paribus eorum beneficiis parem se quoque voluntatem tribuere debere et neutrum eorum contra alterum iuvare aut urbe aut portibus recipere.
Traduzione
Cesare riunisce presso di sé i quindici notabili di Marsiglia. Porta avanti con loro negoziati affinché i Marsigliesi non diano inizio alla guerra; ricorda che è loro dovere seguire l'esempio autorevole di tutta l'Italia più che ubbidire alla volontà di uno solo. Rammenta loro le altre ragioni che crede utili a farli ravvedere. I quindici notabili, dopo avere comunicato il discorso di Cesare ai concittadini, così gli rispondono in loro nome: capiscono che il popolo romano è diviso in due partiti, non è loro compito né sono in grado di decidere quale dei due partiti sostiene una causa più giusta. I capi di queste fazioni sono Cn. Pompeo e C. Cesare, ambedue difensori della città: uno ha concesso loro pubblicamente i territori dei Volci Arecomici e degli Elvi, l'altro ha attribuiti loro come tributari i Salii sconfitti in guerra e ha aumentato i proventi. Perciò, di fronte a identici benefici, devono pagare un uguale tributo di gratitudine, e non aiutare l'uno contro l'altro né dare accoglienza in città o nel porto.