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Ciro attacca la Scizia - Versione latino Littera Litterae Vol 2C



Ciro attacca la Scizia
Versione latino tradotta dal Libro Littera Litterae Vol 2C
Pagina 373 Numero 11


Cyrus subacta Asia et universo Oriente in potestatem redacto Scythis bellum infert. Erat eo tempore regina Scytharum Tamyris, quae non muliebriter adventu hostium territa, cum prohibere eos transitu Araxis fluminis posset, transire permisit, et sibi faciliorem pugnam intra regni sui terminos rata et hostibus obiectu fluminis fugam difficiliorem. Itaque Cyrus traiectis copiis, cum aliquantisper in Scythiam processisset, castra metatus est. Dein postero die simulato metu, quasi refugiens castra deseruisset, ita vini adfatim et ea, quae epulis erant necessaria, reliquit. Quod cum nuntiatum reginae esset, adulescentulum filium ad insequendum eum cum tertia parte copiarum mittit. Cum ventum ad castra Cyri esset, ignarus rei militaris adulescens, veluti ad epulas, non ad proelium venisset, omissis hostibus insuetos barbaros vino se onerare patitur, priusque Scythae ebrietate quam bello vincuntur. Nam cognitis his Cyrus reversus per noctem saucios opprimit omnesque Scythas cum reginae filio interfecit. Amisso tanto exercitu et, quod gravius dolendum, unico filio Tamyris orbitatis dolorem non in lacrimas effudit, sed in ultionis solacia intendit hostesque recenti victoria exsultantes pari insidiarum fraude circumvenit; quippe simulata diffidentia propter vulnus acceptum refugiens Cyrum ad angustias usque perduxit. Ibi conpositis in montibus insidiis ducenta milia Persarum cum ipso rege trucidavit.




Traduzione



Ciro, assoggettata l'Asia e ridotto in suo potere tutto l'Oriente, muove guerra agli Sciti. Allora era regina degli Sciti Tamiri che non essendo stata impaurita a guisa dall'arrivo dei nemici, consentì a questi il passaggio del fiume Arasse e che lo oltrepassassero, ritenendo che la battaglia fosse per lei più semplice entro i confini del suo regno e che la fuga per i nemici fosse più difficile per l'ostacolo del fiume. E così Ciro, mosse le truppe oltre , dopo essere avanzato un po' nella Scizia, collocò l'accampamento. Poi, il giorno dopo, simulata la paura, come se avesse abbandonato l’accampamento fuggendo, lasciò così una gran quantità di vino e quelle cose che erano indispensabili al banchetto. Essendo stato riferito ciò alla regina,  spedisce il figlio giovinetto ad rincorrerlo con la terza parte dell'esercito. Ma dopo che arrivò all'accampamento di Ciro, il giovinetto, inesperto di arte militare, come se fosse venuto ad un banchetto, non ad un combattimento, ignorati i nemici, consentì ai barbari, che non erano abituati al vino, di riempirsi di vino e così gli Sciti sono vinti più con l'ubriachezza che con la guerra. Infatti, conosciuto ciò, Ciro, tornato durante la notte, attacca gli ubriachi e uccise tutti gli Sciti con il figlio della regina. Perso un esercito tanto grande e, cosa di cui si doveva angosciare più profondamente, l'unico figlio, Tamiri non sfogò nelle lacrime il dolore della perdita, ma si volse ai conforti della vendetta e con un uguale inganno di insidie sorprese i nemici che gioivano per la recente vittoria; infatti, simulata la sfiducia per la sconfitta ricevuta, ritirandosi condusse Ciro fino ad un passo stretto. Qui preparato un agguato sui monti, trucidò duecentomila persiani con lo stesso re.

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