Pazzia simulata di Solone - Versione latino Littera Litterae Vol 2C
Pazzia simulata di Solone
Versione latino tradotta dal Libro Littera Litterae 2C
Pagina 222 Numero 2
Inter Athenienses et Megarenses de proprietate Salaminae insulae prope usque interitum armis dimicatum fuerat. Post multas clades capital esse apud Athenienses coepit, si quis legem de vindicanda insula tulisset. Sollicitus igitur Solon, ne aut tacendo parum reipublicae consuleret aut censendo sibi, subitam dementiam simulat, cuius venia non dicturus modo prohibita, sed et facturus erat. Deformis habitu more vecordium, in publicum evolat factoque concursu hominum, quo magis consilium dissimulet, insolitis ibi versibus suadere populo coepit quod vetabatur, omniumque animos ita cepit, ut extemplo bellum adversus Megarenses decerneretur insulaque devictis hostibus Atheniensium fieret.
Traduzione
Fra Ateniesi e Megaresi si era combattuto con le armi fin quasi alla rovina per il dominio dell’isola di Salamina. Dopo molte sconfitte, presso gli Ateniesi iniziò ad essere considerato delitto capitale, se qualcuno avesse emanato una legge per rivendicare l’isola. Perciò Solone, preoccupato di provvedere poco allo Stato tacendo o a se stesso avanzando una proposta, simulò un’improvvisa follia, e con questa scusa aveva l’intento non solo di dire le cose proibite, ma anche di farle. Deturpato nell’aspetto come pazzi, scappa fuori in pubblico e, affluita gente, per occultare maggiormente il suo consiglio, iniziò, con versi insoliti in quella situazione, a persuadere il popolo a far ciò che era proibito, e mosse talmente gli animi di tutti, che subito fu sancita la guerra contro i Megaresi e vinti i nemici l’isola divenne degli Ateniesi.
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