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Un tiranno clemente - Versione latino Littera Litterae Vol 2C

 


Un tiranno clemente
Versione latino tradotta dal Libro Littera Litterae Vol 2C
Pagina 373 Numero 12

Pisistratus Atheniensium tyrannus, cum adulescens quidam accensus amore filiae eius virginis in publico eam osculatus esset, hortante uxore ut ab eo capitale supplicium sumeret respondit:"Si eos, qui nos amant, interficiemus, quid eis faciemus, quibus odio sumus?"Minime digna vox ore tyranni. In hunc modum filiae iniuriam toleravit, suam multo laudabilius. A Thrasippo amico, inter cenam sine fine convicio laceratus, ita et animum et vocem ab ira cohibuit, ut putares satellitem a tyranno male audire. Thyrannus autem , veritus ne ille propter metum maturius se convivio subtraheret, Thrasippum discedentem invitatione familiari coepit retinere. Thrasippus concitatae temulentiae impetu evectus os eius sputo respersit nec tamen tali modo in vindictam sui valuit accendere. Pisistratus vero etiam filios suos violatae patris maiestati subvenire cupientes retraxit.Posteroque die, cum Thrasippus supplicium a se voluntaria morte exigere cuperet, tyrannus venit ad eum dataque fide se in eodem gradu amicitiae mansurus esse, ab incepto eum revocavit. Si nihil aliud dignum honore memoriae gessisset, his tamen factis abunde se posteritati commendavisset.



Traduzione



Pisistrato, tiranno ateniese, essendo un giovane innamorato di sua figlia, le era corso incontro e l'aveva baciata pubblicamente , mentre la moglie lo incitava a condannare a morte il giovane, rispose: "Se uccideremo coloro che ci amano, che faremo con coloro che ci odiano?". Pochissime volte un parlare giudizioso è stato udito provenire dalle labbra di un tiranno. In questo modo, perdonò l'offesa fatta alla figlia, e, in modo molto più degno di lode, una nei propri confronti. Una volta nel corso di un banchetto, oppresso da rimproveri senza fine dall'amico Trasippo, riuscì a non alterare né l' animo né il tono della voce,che avresti creduto che il servitore fosse malvisto dal tiranno. Il tiranno invece, temendo che quello per paura si allontanasse prima del tempo dal convito, iniziò a trattenere Trasippo, mentre si allontanava, con un invito amichevole. Trasippo, sopraffatto dalla foga di una molesta ubriachezza, arrivò a sputargli in viso: tuttavia non riuscì ad incappare nella sua vendetta. Quello anzi fermò i propri figli, desiderosi di rimediare alla lesa maestà paterna. Il giorno seguente, volendo Trasippo autopunirsi con la morte, il tiranno si recò da lui e, giurandogli che sarebbero rimasti allo stesso grado di amicizia, lo fece rinunciare dal proposito. Se non avesse fatto null'altro degno d'onore e di memoria, già solo con questi fatti avrebbe ampiamente tramandato se stesso alla posterità.


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