Un uomo veramente ingrato - Versione latino Littera Litterae Vol 2C

Un uomo veramente ingrato
Versione latino tradotta dal Libro Littera Litterae Vol 2C
Pagina 146 Numero 2

M. Cicero Popilium Laenatem,Picenae regionis,rogatu M. Caelii non minore cura quam eloquentia defendit,eumque,causa admodum dubia fluctuantem,salvum ad Penates suos remisit.Hic Popilius postea,nec re nec verbo a Cicerone laesus, ultro M. Antonium rogavit utad illum proscriptum persequendum et iugulandum mitteretur: impetratisque detestabilis ministerii partibus,gaudio exultans Caietam cucurrit et virum,privatim sibi venerandum, iugulum praebere iussit,ac protinus caput Romanae eloquentiae et clarissimam dexteram per summum otium amputavit,eaque sarcina,tamquam opinis spoliis,alacer in urbem reversus est.Neque enim scelestum portanti onus succurrit,illud se caput ferre,quod pro capite eius quondam peroraverat.

Traduzione

Marco Cicerone,su richiesta di Marco Celio,difese Popilio Lenate,della regione del Piceno, con non minore sollecitudine che eloquenza,e sebbene vacillante per una causa assai dubbia,lo rimandò salvo ai suoi Penati.Questo Popilio in seguito, pur non offeso né nei fatti né nelle parole da Cicerone,chiese senza motivo a Marco Antonio di essere mandato a rincorrere e uccidere quello che era stato proscritto: e l'incarico del detestabile ufficio, esultando con gioia accorse a Gaeta e ordinò all'uomo, non dico con che dignità, avrebbe dovuto venerare in privato,di offrire il capo,e immediatamente amputò in tutta tranquillità la testa dell'eloquenza romana e la famosissima mano destra,e ritornò rapidamente in città con quel fardello,come con un ricco bottino.Infatti non gli venne in mente,mentre portava il macabro fardello,che stava portando quella testa che un giorno aveva parlato in suo favore.