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Agesilao re di Sparta – Versione latino Littera Litterae Vol 2C



Agesilao re di Sparta
Versione di latino tradotta dal Libro Littera Litterae Vol 2C Pagina 262 Numero 1

Agesilaus opulentissimo regno praeposuit bonam existimationem multoque gloriosius duxit, si institutis patriae paruisset, quam si bello superasset Asiam. Hac igitur mente Hellespontum copias traiecit tantaque usus est celeritate, ut quod iter Xerxes anno vertente confecerat, hic transierit XXX diebus. Cum iam haud ita longe abesset a Peloponneso, obsistere ei conati sunt Athenienses et Boeotii ceterique eorum socii apud Coroneam; quos omnes gravi proelio vicit. Huius victoriae vel maxima fuit laus, quod, cum plerique ex fuga se in templum Minervae coniecissent quaerereturque ab eo, quid his vellet fieri, etsi aliquot vulnera acceperat eo proelio et iratus videbatur omnibus, qui adversus arma tulerant, tamen antetulit irae religionem et eos vetuit violari. Neque vero hoc solum in Graecia fecit, ut templa deorum sancta haberet, sed etiam apud barbaros summa religione omnia simulacra arasque conservavit. Itaque praedicabat mirari se, non sacrilegorum numero haberi, qui supplicibus eorum nocuissent, aut non gravioribus poenis affici, qui religionem minuerent, quam qui fana spoliarent.


Traduzione

Agesilao ad un regno ricchissimo scelse la buona reputazione e considerò molto più glorioso, se avesse ubbidito alle istituzioni della patria, che se avesse conquistato in guerra l'Asia. Dunque con questi sentimenti portò le truppe oltre l'Ellesponto e fu cos’ rapido che il tragitto che Serse aveva compiuto nel corso di un anno, egli lo compì in trenta giorni. Mentre già si trovava non molto lontano dal Peloponneso, gli Ateniesi ed i Beoti e gli altri alleati provarono a ostruire la strada presso Coronea: ma egli li vinse tutti in un'aspra battaglia. La gloria di questa vittoria raggiunse il culmine quando, moltissimi fuggitivi rifugiatisi nel tempio di Minerva e domandadogli che cosa voleva che si facesse di loro, egli sebbene avesse ricevuto in quel combattimento molte ferite e sembrasse irato verso tutti coloro che avevano afferrato le armi contro di lui, tuttavia preferì all'ira il sentimento religioso e proibì che fossero violati. E questo, di ritenere inviolabili i templi degli dèi, non lo fece solo in Grecia, ma anche presso i barbari conservò, con grandissimo rispetto, tutte le statue e gli altari. Pertanto soleva dire di stupirsi che non fossero ritenuti dei sacrileghi coloro che avessero recato del male ai supplici degli dèi o che coloro che oltraggiavano la religione non fossero condannati con pene più severe di coloro che depredavano i templi.
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