Grande stima di Pirro per i soldati romani - Versione latino
Littera Litterae Vol 2C
Grande stima di Pirro per i soldati romani
Versione di latino tradotta dal Libro Littera Litterae Vol 2C Pagina 304 Numero 7
Tarentini Pyrrum, Epiri regem, contra Romanos auxilium poposcerunt, qui ex genere Achillis originem trahebat. Is mox ad Italiam venit, tumque primum Romani cum transmarino hoste dimicaverunt. Missus est contra eum consul P.Valerius Laevinus, qui cum exploratores Pyrri cepisset, iussit eos per castra duci, ostendi omnem exercitum tumque dimitti, ut renuntiarent Pyrro quaecumque a Romanis agerentur. Commissa mox pugna, cum iam Pyrrus fugeret, elephantorum auxilio vicit, quos incognitos Romani exparverunt. Sed nox proelio finem dedit; Laevinus tamen per noctem fugit, Pyrrus Romanos mille octingentos cepit et eos summo honore tractavit, occisos sepelivit. Quos cum adverso vulnere et truci vultu etiam mortuos iacere vidisset, tulisse ad caelum manus dicitur cum hac voce se totius orbis dominum esse potuisse, si tales sibi milites contigissent.
Traduzione
I Tarentini chiesero aiuto a Pirro contro i Romani, re dell’Epiro, il quale traeva origine dalla stirpe di Achille. Questo giunse presto in Italia, e allora i Romani per la prima volta combatterono contro un nemico d’oltremare. Contro di lui fu mandato il console Publio Valerio Levino, il quale, avendo catturato degli esploratori di Pirro, comandò che fossero condotti attraverso l’accampamento, che fosse loro mostrato tutto l’esercito e quindi liberati, affinché comunicassero a Pirro tutto ciò che veniva fatto da parte dei Romani. Iniziata presto battaglia, mentre già Pirro era in fuga, trionfò con l’aiuto degli elefanti, che sconosciuto, impaurirono i Romani. Ma la notte pose fine alla battaglia; Levino tuttavia fuggì durante la notte, Pirro catturò mille ottocento Romani e li trattò con il più alto onore, seppellì i morti. Quando vide anche i morti con ferite sul petto ed espressione fiera, si racconta che abbia alzato le mani al cielo dicendo che avrebbe potuto essere padrone di tutto il mondo se gli fossero toccati in sorte simili soldati.