Accedi Registrati

Accedi al tuo acconut

Nickname *
Password *
Ricordami

Crea il tuo profilo

I campi contrassegnati con un asterisco sono obbligatori
Nome *
Nickname *
Password *
Verifica password *
Email *
Verifica email *
Captcha *
Reload Captcha

La sconfitta della morte - Versione latino Littera Litterae Vol 2C


La sconfitta della morte - Versione di latino tradotta dal
Libro Littera Litterae Vol 2C Pagina 370 Numero 2



O mors, quae fratres dividi et amore sociatos crudelis ac dura dissocias! Adduxit urentem ventum Dominus de deserto ascendentem, qui siccavit venas tua set desolavit fontem tuum. Ille, Ille te vicit, Ille te iugulavit fugitivus Propheta, qui reliquit domum suam, demisit hereditatem suam, dedit dilectam animam suam in manibus quaerentium eum. Illius morte tu mortua es: Illius morte nos vivimus. Gratias tibi, Christe salvator, tua agimus creatura, quod tam potentem adversarium nostrum, dum occideris, occidisti. Quid autem miserius homine, qui aeternae mortis terrore prostratus, vitam ad hoc tantum acceperat, ut periret? Regnavit enim mors ab Adam usque ad Moysen etiam super eos qui non peccaverunt, in similitudinem prevaricationis Adae. Si Abraham, Isaac et Iacob in inferno, quis in caelorum regno est? Si amici tui sub poena Adae, et qui non peccaverant, alienis peccatis tenebantur obnoxii, Quid de his credendum est, qui dixerunt in cordibus suis non esse Deum? qui corruppi et abominales facti sunt in voluptatibus suis?


Traduzione

 
O morte , che dividi  i fratelli e crudele e dura separi quelli uniti dall’amore! Il Signore creò un caldo vento ascendente dal deserto, che seccò le tue vene e prosciugò la tua fonte. Egli, egli ti vinse, egli ti uccise, il Profeta fuggiasco, che abbandonò casa sua, rinunciò alla sua eredità, diede la sua cara anima nelle mani di coloro che lo cercavano. Per merito della sua morte tu sei morta: per merito della sua morte noi viviamo. Noi ti ringraziamo, o Cristo salvatore, per la tua creazione, perché hai ucciso un così potente nostro avversario: che cosa c’è poi di più miserevole dell’uomo, che, debilitato dal terrore della morte eterna, aveva ricevuto la vita solo per questo, per morire? Infatti la morte ha regnato da Adamo fino a Mosè, anche sopra quelli che non peccarono, ad esempio del peccato di Adamo. Se Abramo, Isacco e Giacobbe sono all’inferno, chi c’è nel regno dei cieli? Se i tuoi amici in conseguenza della condanna d’Adamo, anche quelli che non avevano peccato, erano ritenuti colpevoli per i peccati altrui, cosa si deve pensare di questi, che dissero che Dio non è nei loro cuori, e che sono divenuti corrotti e riprovevoli nei loro piaceri?

 

Immagine relativa alla pagina fan di facebook     Diventa nostro fan
    e seguici su facebook
      


Immagine relativa al canale twitter     Segui il nostro
    canale
Twitter
Privacy Policy - Personalizza tracciamento pubblicitario