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Deianira - Versione latino Littera Litterae Vol 1A




Deianira
Versione di latino tradotta dal Libro Littera Litterae Vol 1A
Pagina 284 Numero 7


Deianira Oenei filia Herculis uxor cum vidit Iolen virginem captivam eximiae formae esse adductam verita est, ne se coniugio privaret. Itaque memor Nessi praecepti vestem tinctam centauri sanguine, Herculi qui ferret, nomine Licham famulum misit. Inde paulum, quod in terra deciderat et id sol attigit, ardere coepit. Quod Deianira ut vidit, aliter esse ac Nessus dixerat intellexit, et qui revocaret eum, cui vestem dederat, misit. Quam Hercules iam induerat statimque flagrare coepit; qui cum se in flumen coniecisset, ut ardorem extingueret, maior flamma exibat; demere autem cum vellet, viscera sequebantur. Tunc Hercules Licham, qui vestem attulerat, rotatum in mare iaculatus est, qui quo loco cecidit, petra nata est, quae Lichas appellatur. Tunc dicitur Philoctetes Poeantis filius pyram in monte Oetaeo construxisse Herculi, eumque ascendisse immortalitatem. Ob id beneficium Philocteti Hercules arcus et sagittas donavit. Deianira autem ob factum Herculis ipsa se interfecit.




Traduzione


Deianira, figlia di Oneo e sposa di Ercole, quando vide che Iole, una fanciulla dalla bellezza eccezionale, era stata portata da lui come prigioniera, ebbe il  terrore di perdere il marito. E così, rammentando gli insegnamenti di Nesso, inviò uno schiavo, soprannominato Lica, per portare ad Ercole una veste imbevuta del sangue di un centauro. Quindi poco dopo il sole, che era sceso sulla terra, iniziò ad ardere. Come Deianira vide ciò comprese che le cose erano diverse da quanto aveva detto Nesso, e mandò qualcuno a richiamare colui a cui aveva dato la veste. Ercole l'aveva già indossata e iniziò subito a bruciare; e benché si fosse buttato in un fiume per spegnere il fuoco, la fiamma diventava ancora più grande; inoltre volendo togliersi la veste, egli si scarnificava. Allora Ercole lanciò in mare Lica, colui che gli aveva portato la veste, dopo averlo fatto girare, e nel luogo dove costui cadde affiorò uno scoglio che viene chiamato Lica. Allora si dice che Filottete, figlio di Peonte, eresse per Ercole una pira sul monte dell'Eta, e che egli abbia raggiunto l'immortalità. Per questo favore Ercole donò a Filottete l'arco e le frecce. Inoltre, Deianira, per il fatto di Ercole, si suicidò.


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