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Lo scoppio della guerra tra Taranto e Roma – Versione latino Littera Litterae Vol 1A



Lo scoppio della guerra tra Taranto e Roma
Versione di latino tradotta dal Libro Littera Litterae Vol 1A Pagina 255 Numero 2


Bellum Tarentinum Campanos, Apulos atque Lucanos et caput belli Tarentinos una ruina pariter involvit. Tarentum, Lacedaemoniorum opus, Calabriae quondam et Apuliae Lucaniaeque caput, magnitudine et muris portuque nobile, situ mirabile fuit: in Hadriani maris faucibus positum erat itaque Tarentini in omnes terras - Histriam, Illyricum, Epiron, Achainam, Africam, Siciliam - vela dimittere poterant. Imminet portui magnum theatrum ad prospectum maris positum, quod causa miserae civitati fuit omnium calamitatum. Ludi forte a Tarentini celebrabantur: ex improviso adremigantes litori Romanas classes vident, hosteque putant atque sine discrimine insultant. Legatio sine mora appropinquabat querellamque ferebat. Sed per obsceban turpemque contumeliam a Tarentinis legatio quoque violatur. Hinc bellum fuit. Sed horribilis erat apparatus: multi populi enim pro Tarentinis simul consurgere inceperunt Pyrrhusque cum totis Epiri, Thessaliae, Macedoniae viribus elephantisque veniebat. Novus ferarum visus terrorem Romanis iniecit.


Traduzione

La guerra Tarantina coinvolse i Campani, gli Apuli e i Lucani e allo stesso modo l'inizio della guerra coinvolse con una sciagura i Tarentini. Taranto, opera dei Cartaginesi, un tempo fu un posto stupendo, allo sbocco della Calabria, dell'Apulia e della Lucania, con una gran quantità di gente e muri e con un famoso porto: era stata posta sull'imboccatura del mare Adriatico perciò i Tarantini avevano potuto inviare una nave in tutte le terre: Istria, Illiria, Epiro, Acaia, Africa, Sicilia. Un grande teatro domina il porto collocato nelle vicinanze del mare, che fu la causa di tutte le sciagure dei miseri cittadini. Spettacoli venivano celebrati impetuosamente dai Tarantini: improvvisamente vedono delle flotte Romane che si avvicinano navigando sulla spiaggia, li considerano ostili e li oltraggiano senza discriminazione. Un ambasciatore senza indugio si avvicinava e feriva il disturbo. Ma per la funesta e vile ingiuria l'ambasciatore è anche oltraggiato dai Romani. Da questo momento fu guerra. Ma la preparazione fu orribile: molti popoli infatti inziarono ad insorgere assieme ai Tarantini e Pirro arrivava con tutti gli uomini e gli elefanti dell'Epiro, della Tessaglia e della Macedoni. La novità delle belve causò il terrore sul volto dei Romani.
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