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A tavola con Augusto - Versione latino Lingua Magistra I



A tavola con Augusto Versione di latino tradotta
di Svetonio dal Libro Lingua Magistra I Pag 250 N 90


Augustus,qui fuit primus et potens Romanorum imperator,cibum modicum atque vulgarem fere capiebat;nam secundarium panem et pisciculos minutos mollesque et caeseum bubulum et ficos virides biferas maxime appetebat;saepe edebat etiam ante cenam omni tempore et loco,cum stomachus desiderabat.Verba Augusti in epistulis sunt:"Nos in essedo panem et dulces palmulas gustavimus".Et iterum:"Cum lectica ex regia domum reverti,panis unciam cum paucis acinis uvae duracinae comedi".Saepe imperator vespertinum levem cibum sumebat,at vini natura parcus erat;nam non amplius ter bibebat super cenam in castris apud Mutinam,sicut Cornelius Nepos tradit.Et maxime delectatus est vino Raetico neque temere interdiu bibit.Pro potione sumebat perfusum aqua frigida panem aut cucumeris frustum vel lactuculae thyrsum aut recens aridumve pomum suci vinosi.

Traduzione
Augusto, che fu il primo e potente imperatore dei Romani,mangiava cibo modesto e comune; infatti preferiva principalmente pane di secondo ordine e pesci piccoli e teneri e formaggio di mucca e fichi verdi di seconda stagione; spesso mangiava anche prima di cena a qualsiasi ora e luogo,quando lo stomaco lo desiderava.Le parole di Augusto nelle lettere sono: " Noi gustammo pane e dolci datteri ".E ancora: " Quando tornai dalla reggia a casa sulla lettiga,mangiai un oncia di pane e pochi acini di uva dura ".Spesso l’imperatore la sera mangiaca cibo leggero,ma del vino per natura era parco; infatti non ne beveva più di tre volte durante la cena nell’accampamento vicino Mutina,così come racconta Cornelio Nepote.E soprattutto fu deliziato dal vino retico ma non ne bevve sconsideratamente durante il giorno.Al posto della bevanda prendeva pane bagnato con acqua fredda o una fetta di cocomero oppure un gambo di lattuga tenera o un frutto fresco o secco dal gusto vinoso.

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