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La decadenza di Roma - Il Tantucci Plus Laboratorio 1 Pagina 331 Numero 15


Versione latino tradotta di Sallustio

 


Traduzione


In tempi antichi a Roma, sia in tempo di pace, sia in tempo di guerra erano esercitati i buoni costumi, imperava l’accordo, non vi era affatto la cupidigia. La giustizia e il bene progredivano presso i romani non per le leggi, ma per disposizione naturale. Nelle cerimonie religiose erano magnifici, in casa erano misurati, erano sinceri con gli amici. Con queste due caratteristiche, il coraggio in guerra, e – quando la pace era ricomparsa – la giustizia, guidavano lo Stato. Ma appena, grazie alla laboriosità e alla giustizia, lo Stato migliorò in autorevolezza e grandi re furono sconfitti con la guerra, e nazioni indomabili e popoli autorevoli furono assoggettati con la forza, e Cartagine, emula il potere romano, andò in rovina interamente, e quando tutti i mari e le terre erano raggiungibili, la sorte iniziò ad infuriarsi e a disordinare ogni cosa. In passato i romani avevano retto gli sforzi, i rischi, le dubbiose circostanze e le complicazioni. Adesso per loro, gli ozi e gli averi sono stati di gravità e di rovina. Perciò al principio si sviluppò il desiderio del potere, successivamente del denaro: quelle cose in un certo senso, sono state la ragione di tutti i mali.

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