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La sconfitta dei Galli - Il Tantucci Plus Laboratorio 1 Pagina 302 Numero 27


Versione latino tradotta di Cesare

 


Traduzione


Una volta scoperto la venuta di Cesare dalla tinta dell’abbigliamento, e dopo aver visto le schiere dei cavalieri e le coorti romane i nemici cominciano la battaglia. Alzatosi un grido da ambedue le parti per la seconda volta, dal vallo e da tutte le fortezze, si avverte il rumore. I nostri, dopo aver trascurato i giavellotti, lottano con le spade. All'improvviso alle spalle, si scorge la cavalleria. Altre coorti si approssimano ed i nemici scappano. I cavalieri aggrediscono le persone che scappano. Si ha un grande sterminio. Sedullo uno tra i comandanti dei Galli viene ammazzato,  invece Vercassivellauno viene imprigionato vivo in ritirata; settantaquattro stendardi militari sono trasportate a Cesare: pochi da un numero molto grande, si ritirano illesi nell’accampamento. Dopo che i nemici avevano visto dalla fortezza lo sterminio e la fuga dei propri compagni, abbandonata ogni speranza di salvataggio, fanno tornare le truppe dalle fortezze. Immediatamente dopo aver sentito questa cosa, i Galli scapparono dall’accampamento. I nostri soldati, sfiniti per lo sforzo della battaglia crudele, non riuscirono a distruggere tutte le truppe dei nemici ma, nel mezzo della notte la milizia a cavallo che era stata inoltrata si incrociò in quelli della parte della difesa, un gran numero viene arrestato e ammazzato; i rimanenti della disfatta si ritraggono nelle città.

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