Versione latino tradotta di Curzio Rufo
Traduzione
Ormai il clamore di quelli che guerreggiavano era giunto al re Alessandro, quando quello denigrando il pericolo che minacciava, mise la propria armatura e raggiunse i primi reparti. Ma un arabo soldato di Dario, vide il re e celando la spada con lo scudo, come fosse un traditore, si buttò dinanzi ai piedi del re, implorando aiuto. In quel momento il re con la mano alzò il supplice bonariamente ricevuto, e lo ricevette tra i suoi. Ma immediatamente, questo barbaro fraudolento attaccò con la spada il collo del re. Tuttavia Alessandro con una breve contorsione del corpo, scansò il colpo e con la spada recise la mano del barbaro. Ma il destino è prestabilito. Poco dopo mentre il re Alessandro guerreggiava aspramente tra i soldati delle prime file, precipitò molto ferito, dopo essere stato ferito da una freccia. Mentre Filippo, il suo medico tolse la freccia, penetratagli attraverso la corazza e ferma nella spalla, dalla ferita iniziò a fluire molto sangue. Ma Alessandro neppure cambiò il colore del viso e, mentre il medico bloccava il sangue e pressava la ferita dopo averla fasciata, sostò con animo sereno.