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Camillo esorta alla battaglia i soldati sfiduciati - Il Tantucci Plus Laboratorio 1 Pagina 219 Numero 32


Versione latino tradotta

 


Traduzione


Camillo preparava la guerra e schierava le truppe, ma i centurioni improvvisamente dissero: le menti dei soldati sono state agitate, le armi sono state afferrate con pigrizia, i legionari sono fuggiti dall’accampamento con grande paura, poiché tra le fila della legione sono state sparse dicerie sul grande numero dei nemici. Allora Camillo salì sul cavallo e, di fronte alle insegne, rimproverò le truppe riguardo all’originario valore: o soldati non dovete arrendervi alla sofferenza o all’incertezza! Il nemico è l’eterna materia del vostro merito e della vostra fama. Voi avete sorpassato sempre gli avversi in merito. Da me siete stati portati contro gli avversi con grande fama, e fino a poco fa avete festeggiato il successo di una triplice vittoria: sui Volsci, gli Equi e l’Etruria. Non riconoscete come comandante Camillo, perché non ha prestabilito il segnale di battaglia in qualità di tiranno, ma in qualità di tribuno? Poi dette il segnale di guerra, scese da cavallo afferrò il vessillifero e lo trainò contro gli avversi. I soldati dal momento che Camillo, già debilitato a causa dell’età, donò una dimostrazione di qualità tanto grande, levarono un grido grande e si gettarono contro i nemici con il sommo comandante: si lottò caparbiamente a lungo, ma i romani alla fine, fecero fuggire gli avversi.

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