Versione latino tradotta
Traduzione
Cerere era la famosa dea dei raccolti ed era adorata in numerose città della Sicilia; in più partorisce una figlia a Giove la bella fanciulla Proserpina. La figlia di Cerere peregrinava allegramente per i prati, con compagne felici, e coglieva i fiori colorati della primavera nei terreni attorno alla città di Enna. Ma un giorno Plutone sovrano degli Inferi, colmo d’amore stabilisce di rapire la fanciulla e prenderla come moglie. Perciò esce dalla spelonca infernale rapisce la giovane, e la porta nel suo regno. Cerere non conosce per lunghissimo tempo il destino della figlia, perciò incendia con delle torce dalla cima dell’Etna, e non abbandona di cercare Proserpina per tutte le regioni della Terra: tutti i luoghi riecheggiano delle urla e dei gemiti. A quel punto la natura deperisce, gli ortaggi non germogliano, e gli alberi non crescono, c’è dappertutto carenza di raccolti e di messi, perché Cerere ignora la terra. Alla fine il dispiacere della sfortunata madre impietosisce il padre degli dèi e degli uomini: Giove svela alla dea la scelleratezza di Plutone e decide delle giuste condizioni di concordia tra Cerere e Plutone. Cerere pertanto trovò la figlia, la natura inizio di nuovo a fiorire.