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De Senectute, Paragrafo 21

De Senectute, Paragrafo 21





At memoria minuitur. Credo, nisi  eam exerceas, aut etiam si sis natura tardior. Themistocles omnium civium perceperat nomina; num igitur censetis eum, cum  aetate processisset, qui Aristides esset, Lysimachum salutare solitum? Equidem non modo eos novi, qui sunt, sed eorum patres  etiam et avos, nec sepulcra legens vereor, quod aiunt, ne memoriam perdam; his enim ipsis legendis in memoriam redeo mortuorum.  Nec vero quemquam senem audivi oblitum, quo loco thesaurum obruisset; omnia, quae curant, meminerunt; vadimonia constituta,  quis sibi, cui ipsi debeant.




TRADUZIONE
Ma la memoria diminuisce. È vero, se non la eserciti o se per natura sei un po' tardo. Temistocle sapeva a memoria il nome di tutti i suoi concittadini; credete forse che, arrivato a una certa età, si sia messo a salutare Aristide chiamandolo Lisimaco? Da parte mia, non solo conosco le persone vive ai giorni nostri, ma anche i loro padri e i loro avi, e quando leggo le iscrizioni sepolcrali non ho paura, come si dice, di perdere la memoria: anzi, nel leggerle, rinnovo il ricordo dei morti. In realtà non ho mai sentito dire che uno da vecchio si sia dimenticato del luogo in cui aveva nascosto il tesoro; i vecchi ricordano quanto hanno a cuore, le malleverie prestate, i debitori, i creditori.

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