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De Senectute, Paragrafo 2

De Senectute, Paragrafo 2




Hoc  enim onere, quod mihi commune tecum est, aut iam urgentis aut certe adventantis senectutis et te et me etiam ipsum levari volo;  etsi te quidem id modice ac sapienter, sicut omnia, et ferre et laturum esse certo scio. Sed mihi, cum de senectute vellem  aliquid scribere, tu occurrebas dignus eo munere, quo uterque nostrum communiter uteretur. Mihi quidem ita iucunda huius libri  confecto fuit, ut non modo omnis absterserit senectutis molestias, sed effecerit mollem etiam et iucundam senectutem. Numquam  igitur satis digne laudari philosophia poterit, cui qui pareat, omne tempus aetatis sine molestia possit degere.




TRADUZIONE



Del peso, comune a entrambi, della vecchiaia che già abbiamo addosso o almeno si avvicina a grandi passi intendo alleviare me e te, benché sia sicuro che, come ogni evento, la sopporti e la sopporterai con equilibrio e ragionevolezza. Ma quando avvertivo il desiderio di scrivere qualcosa sulla vecchiaia, eri tu che ti presentavi alla mia mente, degno di un dono che potesse giovare all'uno e all'altro di noi, in comune. Davvero la stesura di questo libro è stata per me così piacevole che non solo ha cancellato tutte le noie della vecchiaia, ma ha reso la vecchiaia persino dolce e piacevole. Mai, dunque, si potrà lodare abbastanza degnamente la filosofia che permette, a chi la segue, di vivere ogni stagione della vita senza noie.

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