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De Amicitia, Paragrafo 78

De Amicitia, Paragrafo 78



Quam ob rem primum danda opera est ne qua amicorum discidia  fiant; sin tale aliquid evenerit, ut exstinctae potius amicitiae quam oppressae videantur. Cavendum vero ne etiam in graves  inimicitias convertant se amicitiae; ex quibus iurgia, maledicta, contumeliae gignuntur. Quae tamen si tolerabiles erunt,  ferendae sunt, et hic honos veteri amicitiae tribuendus, ut is in culpa sit qui faciat, non is qui patiatur iniuriam.  Omnino omnium horum vitiorum atque incommodorum una cautio est atque una provisio, ut ne nimis cito diligere incipiant neve  non dignos.



TRAUDUZIONE



Per prima cosa, dunque, bisogna cercare di impedire tra amici le lacerazioni, ma, se si verificano, bisogna comportarsi in modo che la fiamma dell'amicizia sembri essersi consumata da sola, e non che sia stata soffocata. Occorre poi evitare che le amicizie si convertano in odi feroci, da cui nascono liti, maldicenze e insulti. Se però sono tollerabili, bisogna sopportarle e tributare questo onore all'amicizia di un tempo, in modo che la colpa ricada su chi commette il torto, non su chi lo subisce. In generale, il solo mezzo per prevenire e impedire questi guai e queste molestie è non iniziare ad amare troppo presto o persone indegne.

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