De Amicitia, Paragrafo 63
De Amicitia, Paragrafo 63
Est igitur prudentis sustinere ut cursum, sic impetum benevolentiae, quo utamur quasi equis temptatis, sic amicitia ex aliqua parte periclitatis moribus amicorum. Quidam saepe in parva pecunia perspiciuntur quam sint leves, quidam autem, quos parva movere non potuit, cognoscuntur in magna. Sin vero erunt aliqui reperti qui pecuniam praeferre amicitiae sordidum existiment, ubi eos inveniemus, qui honores, magistratus, imperia, potestates, opes amicitiae non anteponant, ut, cum ex altera parte proposita haec sint, ex altera ius amicitiae, non multo illa malint? Imbecilla enim est natura ad contemnendam potentiam; quam etiamsi neglecta amicitia consecuti sint, obscuratum iri arbitrantur, quia non sine magna causa sit neglecta amicitia.
TRADUZIONE
È indice di saggezza, quindi, saper frenare l'impeto dell'affetto come si frena un cocchio, per poter usare dell'amicizia solo dopo aver sperimentato, in qualche modo, il carattere degli amici, così come si provano i cavalli. Spesso alcuni rivelano tutta la loro leggerezza di fronte a pochi soldi; altri, invece, irremovibili davanti a una piccola somma, si tradiscono di fronte a una grande. Ma se pure troveremo chi si vergogna di preferire il denaro all'amicizia, dove troveremo chi non antepone all'amicizia onori, cariche pubbliche e militari, potere, prestigio, e chi, avendo la possibilità di scegliere tra tutti questi beni e le prerogative dell'amicizia, non preferisce di gran lunga i primi? La natura umana è troppo debole per disprezzare il potere; e se si raggiunge il potere a prezzo dell'amicizia, si pensa che su ciò calerà un'ombra, perché non senza una valida ragione l'amicizia è stata trascurata.
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