Accedi Registrati

Accedi al tuo acconut

Nickname *
Password *
Ricordami

Crea il tuo profilo

I campi contrassegnati con un asterisco sono obbligatori
Nome *
Nickname *
Password *
Verifica password *
Email *
Verifica email *
Captcha *
Reload Captcha

De Amicitia, Paragrafo 8

De Amicitia, Paragrafo 8



Scaevola: Quaerunt quidem, C. Laeli, multi, ut est a Fannio dictum, sed ego id respondeo, quod  animum adverti, te dolorem, quem acceperis cum summi viri tum amicissimi morte, ferre moderate nec potuisse non commoveri nec  fuisse id humanitatis tuae; quod autem Nonis in collegio nostro non adfuisses, valetudinem respondeo causam, non maestitiam  fuisse.  Laelius: Recte tu quidem, Scaevola, et vere; nec enim ab isto officio, quod semper usurpavi, cum valerem, abduci  incommodo meo debui, nec ullo casu arbitror hoc constanti homini posse contingere, ut ulla intermissio fiat officii.



TRADUZIONE



SCEVOLA. Sì , Caio Lelio, molti mi rivolgono la domanda di cui parla Fannio. Ma io rispondo, sulla base di quanto ho osservato, che con equilibrio sopporti il dolore per la morte di un uomo così straordinario, soprattutto di un così caro amico. E aggiungo che non potevi rimanere indifferente, che sarebbe stato contrario alla tua sensibilità. La tua assenza nel nostro collegio delle none, quindi, dipese da ragioni di salute, così rispondo, non di lutto. LELIO. La tua risposta è ottima e corretta, Scevola: una disgrazia privata non avrebbe dovuto impedirmi di adempiere al dovere di cui parli, da me sempre assolto quando stavo bene; del resto, in nessun caso, credo, può capitare a un uomo coerente di trascurare i propri doveri.

Aggiungi commento


Codice di sicurezza
Aggiorna

Immagine relativa alla pagina fan di facebook     Diventa nostro fan
    e seguici su facebook
      


Immagine relativa al canale twitter     Segui il nostro
    canale
Twitter
Privacy Policy - Personalizza tracciamento pubblicitario