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Diamo la cittadinanza al poeta Archia - Corso di lingua latina per il Biennio


Diamo la cittadinanza al poeta Archia
Versione di latino tradotta di Cicerone dal Libro
Corso di lingua latina per il Biennio 2° Unità 14-25 Pagina 156 Numero 32

Hunc ego non diligam, non admirer, non omni ratione defendendum putem? A summis hominibus eruditissimisque accepimus, poetam quasi divino quodam spiritu inflari. Qua re iure noster ille Ennius 'sanctos' appellat poetas: nam quasi deorum aliquo dono atque munere commendati nobis esse videntur. Sit igitur, iudices, sanctum apud vos, humanissimos homines, hoc poetae nomen, quod nulla umquam barbaria violavit. Saxa atque solitudines voci respondent, bestiae saepe immanes cantu flectuntur atque consistunt; nos, instituti rebus optimis, non poetarum voce moveamur? Homerum Colophonii civem esse dicunt suum, Chii suum vindicant, Salaminii repetunt, Smyrnaei vero suum esse confirmant itaque etiam delubrum eius in oppido dedicaverunt, permulti alii praeterea pugnant inter se atque contendunt. Ergo illi alienum, quia poeta fuit, post mortem etiam expetunt; nos hunc vivum, qui et voluntate et legibus noster est, repudiemus?


Traduzione


Non dovrei apprezzarlo, non ammirarlo, non ritenere sia da difenderead ogni costo? Sappiamo da sommi uomini e di grandissima cultura che un poeta è come animato da una sorta di spirito divino. E per questa cosa, a buon diritto, quel nostro celebre poeta Ennio chiama 'santi' i poeti: infatti essi paiono esserci stati concessi quasi per dono o per favore degli dei. Sia dunque, giudici,coltissimi uomini, ritenuto sacro presso di voi, questo nome di poeta che nessuna gente barbara ha mai oltraggiato. Le montagne ed i deserti fanno eco alla loro voce, le bestie più spaventose sono ammansite e si placano davanti al loro canto;e noi, educati nelle discipline più dotte, non dovremmo essere commossi dalla voce dei poeti? I Colofoni affermano che Omero sia un loro concittadino, gli abitanti di Chio lo rivendicano come proprio, quelli di Salamina lo reclamano, anche i residenti a Smirne confermano che sia loro, e per questo gli hanno dedicato anche un tempio nella propria città, e moltissimi altri, inoltre, discutono tra loro e se lo contendono. Dunque essi rivendicano, anche dopo la morte, uno straniero, perchè fu poeta; e noi dovremmo forse rifiutare costui che è vivo, e che è nostro per volontà e per le leggi?

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