Eroismo degli antichi Spartani
Versione di latino di Cicerone dal Libro
Cicerone Corso di lingua latina per il Biennio 2° Unità 14-25 Pagina 249 Numero 15
Sed quid ego Socratem aut Theramenem, praestantis viros virtutis ……
Traduzione
Ma poichè ricordo Socrate e Teròmene, uomini notevoli per la gloria della virtù e della saggezza, quando un certo Spartano, di cui nemmeno il nome è stato tramandato, disprezzò così tanto la morte, che, mentre vi veniva condotto, condannato dagli efori, poichè aveva un atteggiamento sorridente e lieto e avendogli detto un certo nemico: "Disprezzi le leggi di Licurgo?" Rispose "Io invece ho la massima gratitudine per colui che mi ha punito con una tale ammenda che posso pagare senza prestito di denaro e senza debito". O uomo degno di Sparta! Tanto che a me sembra che sia stato condannato innocente, chi era stato d'animo così grande. La nostra città produsse innumerevoli uominisimili. Ma perchè dovrei nominare comandanti e capi quando Catone scrive che le legioni stesse partirono entusiaste verso quel luogo da dove pensavano che non sarebbero più tornate? Con lo stesso coraggio gli Spartani caddero alle Termopili: infatti questo popolo fu valoroso finchè furono in vigore le leggi di Licurgo. Uno di loro poichè un nemico Persiano aveva detto vantandosi in un colloquio: "non vedrete il sole per il gran numero di frecce e di giavellotti!" Rispose:" Combatteremo dunque all'ombra!". Ricordo gli uomini, ma che donna fu Lacena? Che avendo mandato il figlio in battaglia e dopo aver udito che era stato ucciso disse: "Per questo l'avevo generato, affinchè fosse tale da non esitare ad affrontare la morte per la patria".